Checco Zalone, la sinistra ci ripensa: il suo film è buonista. E da destra arriva una stroncatura
Perché lasciare Checco Zalone alla destra? Deve essere partita da questa domanda Natalia Aspesi recensendo su Repubblica il film del comico pugliese Tolo Tolo. “Non avete capito – bacchetta la Aspesi – il suo film non è razzista, i buoni sono gli africani”. In pratica il trailer con la canzone “Immigrato” era solo un’esca per i sovranisti che ha fatto accapigliare il paese suscitando curiosità e attenzione per una pellicola tutta da decifrare.
Non ci voleva la Aspesi in verità per capire che il trailer del film di Zalone era una mossa di marketing. Ma se anche fosse solo questo e non uno sberleffo al politicamente corretto, sono stati quelli di sinistra, con la loro polemica immotivata, a cascarci con fanatica ingenuità.
Checco Zalone, la critica di Cabona
Nella sua recensione del film sul Messaggero un critico non certo di sinistra, Maurizio Cabona, spegne le polemiche e derubrica il messaggio della pellicola a un banale luogo comune: “Diffidente verso immigrati africani, un fallito – alla lettera – italiano migra nell’Africa nera, dove si redime dai pregiudizi”.
Un film schierato dalla parte dei migranti, alla fine.”Il prologo pugliese funziona e strappa il sorriso, se non la risata. Il resto del film è monotono, salvo i siparietti dell’arrampicatore sociale e politico (l’ottimo Gianni D’Addario), mezzo Conte e mezzo Di Maio. Tutto questo occupa mezz’ora. La restante ora, quella africana, sta tra il drammatico non credibile e il comico non riuscito. Nemmeno la telefonata dalla famiglia a Checco in mezzo a un combattimento si sottrae ai limiti sia di sceneggiatura, sia di regia”.
Tra Aspesi (sinistra) e Cabona (destra) l’esegesi del film è in buona sostanza molto semplice: né razzista né buonista, il film di Checco Zalone, risulta non etichettabile, non esente dai luoghi comuni, una furbata spacciata per “evento” che evento non è. Vedremo però quanto pubblico accorrerà in sala a vedere Tolo Tolo prima di dare, in ogni caso, una valutazione definitiva.
Mi sembra di capire che si tratti di un remake di un film di Pozzetto anni ’80. Azzarderei “Povero ricco”, ma potrei sbagliare.