Conte, molto fumo e il solito livore: «Insidiosa per il Paese la leadership di Salvini»

28 Dic 2019 14:38 - di Mariano Folgori

Rassicura il M5S e attacca Salvini. Per il resto è il solito bla bla inconcludente. Non passerà certo alla storia la conferenza di fine anno del premier Giuseppe Conte. Molto fumo e il solito livore antisaliviniano ”Io considero la Lega una forza pienamente legittimata a partecipare a gioco democratico”. Ma ”secondo me è insidiosa per il Paese la modalità con cui Salvini interpreta la sua leadership”.  “. Al M5S Conte fa poi sapere che non intende mettersi in proprio: “Non vedo il mio futuro politico con un partito”. E poi un omaggio al capo dello Stato che non costa nulla. “Non spetta a me votare il nuovo Presidente della Repubblica, sarei ben favorevole” ad una rielezione di Sergio Mattarella, “ma sono decisioni che non passano dalla mia volontà”. E neanche un po’ di buonismo dipsiace a Conte.  “Vediamo tutti che abbiamo bisogno anche dei migranti, quindi il tema non è il loro numero ma lavorare per processi di integrazione più efficaci”.

Sulle questioni più spinose Conte non dice alcunché. “Stiamo interloquendo con l’Ue” per quanto riguarda il prestito ponte per Alitalia. “L’interlocuzione è sempre preventiva ed è costante. Non voglio ipotecare l’esito ma confidiamo di non aver difficoltà”. La Borsa Italiana? “È un dossier che sto seguendo. Un presidente del Consiglio non può essere indifferente ad un’eventuale evoluzione degli asset proprietari e della governance di Borsa italiana. Non sono indifferente”.

Noia mortale anche sul fronte delle regole europee. “Dobbiamo essere consapevoli che le regole sulla concorrenza a livello europeo sono state elaborate diversi anni fa. era necessario favorire la libera concorrenza. Queste regole si sono rilevate fondamentali per migliorare la competizione in Ue e tutelare i consumatori. Oggi vanno riviste perché nel frattempo sono intervenuti dei cambiamenti nello scenario economico globale e quindi bisogna favorire anche la nascita di campioni europei”.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • maurizio pinna 28 Dicembre 2019

    Nasce a Roma, nel 1944, immediatamente dopo la liberazione, il Partito dell’Uomo Qualunque, nel suo brand, diremmo oggi, compare la vignetta di un poveraccio che scrive su un muro “ABBASSO TUTTI”. Alle prime elezioni del dopoguerra porta a casa il 15-20%, non male. E’ il trionfo del qualunquismo, del conformismo, del camaleontismo: stare fermi, raccontare sogni e banalità, chiacchiere di carnevale, con una faccia un po’ così, come cantava Lauzi, che di gente qualunque se ne intendeva. Il suo fondatore, tale Giannini, aveva già capito tutto, perché 75 anni dopo, nel grande gioco dell’ oca all’italiana, l’ uomo qualunque sta tornando, si chiami Giuseppi, o altro, con la faccia da putto veneziano in barile o luciferina da Governatore del lambrusco , sono tutte in formato PDF (Pezzo di Fesso? Qui lo dico e qui lo nego).