Contro la Borgonzoni battuta sessista. La Lega insorge: se fosse stata di sinistra, sarebbe già una martire
Battuta sessista contro Lucia Borgonzoni. La Lega esprime solidarietà e fa notare la disparità di trattamento. Se a subire gli attacchi è una donna di sinistra se ne fa subito una martire, per una donna di destra invece non accade nulla. E’ la stessa Borgonzoni, candidata del centrodestra alla presidenza dell’Emilia Romagna, a sottolinearlo.
Il riferimento è alle parole che avrebbe pronunciato il sindaco di Milano Beppe Sala contro la candidata leghista. Borgonzoni ha pubblicato un post con le parole attribuite a Sala: “La Borgonzoni non sa neanche da che parte è girata”. “Fosse stato detto di una donna di sinistra, l’avrebbero già dichiarata martire! – ha accusato Borgonzoni – Io comunque ho le spalle larghe: agli insulti del Pd rispondo con il sorriso, l’impegno e la forza delle idee. E il 26 gennaio risponderanno gli emiliani e i romagnoli, grazie di esserci, amici”.
Anche Matteo Salvini sui social ha espresso vicinanza alla Borgonzoni. “Solidarietà a Lucia! Se questi sono i loro argomenti… abbiamo già vinto!”.
“Stamattina in Emilia Romagna Beppe Sala ha gettato la maschera: altro che signore…” Così Erika Stefani, senatrice leghista già ministro per gli affari regionali, secondo cui “il sindaco di Milano invece che parlare di fatti, di idee, di programmi per l’Emilia Romagna ha solo insultato la nostra candidata Lucia Borgonzoni”. “Una caduta di stile – sottolinea Stefani – che non lascia nulla all’immaginazione. Ha usato toni misogini, sessisti e violenti. Sappiamo bene che se gli insulti arrivano da sinistra il mainstream non ne parla, sembra infatti che gli insulti del Pd non facciano male alle donne. Oggi Beppe Sala non solo deve chiedere scusa a Lucia, donna forte, coraggiosa e preparata ma si deve anche vergognare!”.
“La battuta sessista di Sala su Lucia Borgonzoni è l’esatta espressione del suo Pd: predica bene, ma razzola male – accusa il deputato della Lega Igor Lezzi – Troppo comodo riempirsi la bocca di tante belle parole a difesa delle donne in politica salvo poi bersagliarle con frasi vergognose e maschiliste. Sala pensi a fare il sindaco di Milano, se ne è capace, ma non si permetta più di utilizzare il machismo per insultare le avversarie politiche del suo partito”.
Sala è intervenuto all’autodromo di Imola alla manifestazione di presentazione delle liste a sostegno di Stefano Bonaccini, candidati del centrosinistra in Emilia Romagna e ha esortato i cittadini emiliani a non mettersi nelle mani dei leghisti:”Questi qua ci portano alla rovina. Questi sono quelli che a livello europeo stanno vicino alla Le Pen. Questi sono quelli che quando vanno a Mosca, Salvini e Savoini, sembrano Totò e Peppino e lo dico con rispetto di Totò e Peppino…”.
Non mi risulta che la Borgonzoni abbia falsificato un documento, ai tempi dell’Expo, come ha fatto il sig. Sala!
Sala? Il sindaco di Milano? Ma si è guardato allo specchio? Che pena.
Sala?? Un signor Nessuno obbligato ad essere del PD da un obbligo familiare. E non dico altro!!!
Forse non ho capito bene: dove starebbe l’INSULTO SESSISTA nella frase “La Borgonzoni non sa nemmeno da che parte è girata”?
Certamente non è una locuzione da alta politica, neppure da bassa a dire il vero, ma da qui ad essere definita sessista mi pare ce ne passi.
Cari “colleghi”, vi auguro un buon 2020.
Beppe Sala una Caccamo.
Il primo a dare il via ad un frasario da osteria fu il Grande Presidente Scialoja, la scorsa estate, poi ad uno ad uno si sono aggiunti gli altri. In una sorta di orrenda gara a chi offende di più, in stretta rincorsa con i vari “artisti” di strada e di media , assieme ai parroci d’assalto che da tempo occupano il palcoscenico di codesto carro di Tespi italiano. Oggi se ne sono aggiunti altri, perché, ormai, quello che era il verbo divenuta chiacchiera è inevitabilmente sfociato nel turpiloquio, fino alla bestemmia e poi chissà ancora……Pertanto definirli compagni o bolscevichi è divenuto riduttivo, piuttosto li vedrei più simili ai “Fratelli della Costa”, i bucanieri che occupavano la Tortuga, laddove l’insulto , la minaccia e la lama erano i normali sistemi per comunicare. E poiché la questione va avanti da un po’ , NESSUNO venga più a raccontare che non ha ancora ben compreso il quadro politico italiano, per chi ha dubbi, se non è in malafede, resta solo il TSO. Gli altri, si diano una regolata. Esiste un REGIME totalitario che nulla ha a che vedere col fascismo o altre scempiaggini del genere, ma piuttosto con una sorta di anarchia individualista che pensa solo a razziare e a svillaneggiare.