Coraggio da leader nella netta posizione di Giorgia Meloni sull’assessore che aveva sbagliato partito

21 Dic 2019 6:00 - di Francesco Storace

E’ quello che deve fare un leader, e ieri Giorgia Meloni ha confermato di esserlo. Perché un leader politico ha anzitutto un dovere: preservare la propria comunità da fattori ad essa estranei, a partire da quelli di origine criminale. E ci mancherebbe altro: se la destra italiana ha un senso, un valore, un riferimento è proprio quello che la schiera dall’altra parte della barricata rispetto alla delinquenza.

Il caso dell’assessore regionale piemontese Roberto Rosso, arrestato nell’ambito di un’inchiesta sulla ‘ndrangheta, non è stato affatto minimizzato, come accade in altri forze politiche, con la consegna del silenzio. Di buon mattino, Giorgia Meloni ha auspicato che Rosso si possa difendere, magari risultare innocente, ma organizzi la propria battaglia giudiziaria fuori da Fratelli d’Italia.

Giorgia Meloni, leader di un partito pulito

Ci provano ad infangare – gli anonimi sui social – la leader di un partito pulito. Ma non ci riusciranno perché Giorgia non è ricattabile. Gli hater hanno tirato fuori anche un altro arrestato, l’ex parlamentare Pittelli, che dalle parti di Fdi transitò tre mesi salvo andarsene quando capì che non era aria di candidatura alle politiche. Nel caso di Roberto Rosso, certo Fdi non aveva gli strumenti che hanno a disposizione gli inquirenti, e per fortuna. Guai se i partiti potessero accedere a dati oggetto di indagine. Quel che conta è la capacità di reazione, di comprendere la gravità dei fatti contestati. E in questo caso sono impressionanti. “Da voltastomaco“, ha sibilato la Meloni.

Questo significa attenuare il valore del garantismo? Tutt’altro, perché anche l’indagato Rosso ha diritto a difendersi come meglio crede ed è anche giusto auspicare che possa risultare innocente, perché alla fine è meglio anche per la politica, per tutta la politica.

Ma non sarebbe giusto coinvolgere nei traffici che gli vengono attribuiti anche uomini e donne che credono nella destra italiana e che si farebbero ammazzare per difenderne la dignità e l’onore. Quella della Meloni è una scelta netta per la legalità, contro tutte le mafie.

Ma sui loro alleati i grillini stanno zitti zitti

Tra i tantissimi commenti sulla rete, ci ha colpito molto un’affermazione su Twitter: “La responsabilità di un partito politico è di estromettere chi risulta essere indagato per fatti gravi…a prescindere. Poi dopo la sentenza se risultasse innocente la persona avrebbe tutto il diritto di rientrare nel partito. La colpa del PD sta nell’aver sempre coperto i suoi indagati. I partiti sono la rappresentanza del popolo e non possono e non devono coprire dei rappresentanti del popolo che abusano della loro posizione per commettere dei reati”.

E’ un principio che meglio non potrebbe essere declinato. La Meloni va solo ringraziata per la sua presa di posizione. Altri partiti, con i loro seguaci anonimi, farebbe meglio ad astenersi da commenti. Anche perché in Parlamento c’è una deputata indagata per l’assunzione di un mafioso che sta in carcere. Ma stanno tutti zitti, a partire dai Cinquestelle. Tranne Fdi, che nessuno può davvero ammutolire. I grillini non dicono nulla sui loro magnifici alleati. Perché se si azzardano a dire una sola parola sulla melma in cui affondano in troppi a sinistra, dovrebbero buttare giù governo e legislatura. E si sa, la poltrona diventa più importante persino dell’onestà. Per loro, ma non per tutti.

Commenti

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  • Vitangela Mosca 22 Dicembre 2019

    Attila è meglio di tutti insieme, nessuno escluso, e ci state portando alla rovina perché tutto il popolo italiano merita solo questo.

  • agilulfax 21 Dicembre 2019

    Cara Meloni, qualunque persona di normale buon senso si chiederà se è stato il signor Rosso a sbagliare partito o se è stato il partito a sbagliare nel candidarlo, eleggerlo e nominarelo assessore, fingendo di non sapere da dove venivano i voti. In realtà, FdI sapeva benissimo da dove venivano, ma gli facevano gola le sporche clientele di cui gli avrebbero garantita la ‘fedeltà’. Rosso portava una ‘dote’ che poteva mettere all’asta, e Giorgia se l’è aggiudicata. Ora fa la verginella che scopre l’acqua calda. Ma se fosse vero, spiegami con quale discernimento te lo sei preso a bordo, dato che aveva una lunga e nota carriera? E quanti altri casi simili scoppieranno, dal momento che il partito è in ascesa e attira come le mosche gli avventurieri di tutte le risme, soprattutto di quelle meno raccomandabili?
    Questo commento non sarà mai pubblicato, ma se non siete complici e conniventi vi sfido a farlo. Molti di noi ci avevamo persino creduto, ma ora sappiamo che la fabbrica dei Fini è ancora in piena attività!

    • Francesco Storace 21 Dicembre 2019

      Caro anonimo, il tuo commento è davvero vergognoso. Un partito non pedina i propri esponenti e Rosso non risultava coinvolto in alcun problema giudiziario. Vergognati, se ci riesci

  • Flavio Chelotti 21 Dicembre 2019

    Complimenti per l’articolo, veramente ottimo, l’unico dispiacere che ho è che in mezzo a quella banda di delinquenti sanguisughe che ci governano c’è il senatore Lanzi che è una brava persona e fratello di un mio carissimo amico che il 23 e il 24 sarà ospite a casa mia e discuteremo per farlo transitare in FdI.

  • federico 21 Dicembre 2019

    Meloni piccolo dittatore, sembra aver perso il senno. Prima si documenti, poi magari urli frasi migliori di “che schifo! da vomito!”. Leader??? La prima qualità di un leader è di scegliere bene la squadra, e poi difenderla da attacchi esterni. Ha almeno ascoltato l’opinione di Crosetto, che ben conosce Rosso? L’ha ascoltato ieri o l’aveva ascoltato prima? Come piemontese mi sento offeso: cosa pensa? Che qui siamo tutti mafiosi? Tutti in attesa degli ordini di un capoclan quando andiamo a votare?

    • Francesco Storace 21 Dicembre 2019

      Mi pare che la Meloni dica esattamente il contrario di quel che le attribuisci

  • 21 Dicembre 2019

    Brava Giorgia,sempre coerente con le proprie idee e quelle della destra.
    Avanti tutta per il bene dell’Italia,

  • maurizio pinna 21 Dicembre 2019

    Non ero a conoscenza che il personaggio in questione fosse transitato a FdI e mi sento di poter affermare che la dirigenza piemontese ha preso un abbaglio, perchè non era un personaggio da FdI, a prescindere dall’attuale indagine che è tutt’altra cosa, per cui comunque vada l’inchiesta, mi sento di consigliare a Giorgia che costui sparisca per sempre , senza se e senza ma. Anni fa, con tutto quello che ci sarebbe stato da fare in un Piemonte, colassato da anni per incapacità manifesta della sinistra, si mise ad inventare un Comitato per progettare una nuova Regione, la 21^, costruita a sua misura, per un suo ipotetico governatorato, costituita da Vercelli, Novara, Verbania e Pavia, che la Lombardia avrebbe dovuto amichevolmente cedere, denominata Terre D’acqua, spesso lo si vedeva nelle tv locali incensare tale pensata come la panacea di tutti i problemi. In tale attività la magistratura si interessò a lui ma tutto finì nel nulla. Si inventò anche degli insediamenti industriali d’azzardo: call centers e centri per rilegare i libri, in aree che da secoli vivevano di risaie dove, si sa, un padrone e pochi macchinari , in saltuari periodi dell’anno, bastano e avanzano. Insediamenti che duravano il tempo che trovavano. Insomma si sentiva un Lorenzo il Magnifico del Piemonte. Cara Giorgia, hai fatto benissimo, deve calare il sipario per sempre, a prescindere.