Il Grande Fratello ci intercetta a caro prezzo. Loro ci ascoltano, noi paghiamo
“Ma mi pensi, e quanto mi pensi” sospirava al telefono l’innamorata; “quanto ci costi”, se anziché alla pubblicità pensiamo al denaro che sborsiamo ogni anno per le intercettazioni telefoniche.
Frasi come quella citata ne troveremo a bizzeffe se continuerà l’andazzo di quest’anno che vede un aumento della spesa, in netta crescita (e contrasto con quella degli scorsi dodici mesi). Anche se il ministro era sempre Alfonso Bonafede, seguito a metà 2018 al piddino Andrea Orlando, allora nemico oggi alleato litigioso.
Paghiamo un sacco di soldi
E proprio Bonafede ha recentemente depositato in Parlamento la relazione sui costi del servizio e le relative spese del ministero della Giustizia, convenzionato con Telecom Italia, Telecom Italia Sparkle e Vodafone. Con le prime due sui rapporti economici – che si protraevano da tempo – un’intesa è stata chiusa da Orlando nel 2017, stabilendo per l’arretrato una ventina di milioni di euro sui 110 pretesi. Nel 2018 è stato Bonafede a farci pagare cinque milioni a Vodafone sui dieci richiesti, sempre per il contenzioso pregresso.