Il Pci, la Iotti: ma quanti soldi dobbiamo spendere dimenticando le atrocità del comunismo…
Alla fondazione Iotti? Bisogna chiarirlo, perché in sede parlamentare – cronaca dello scorso anno che noi non abbiamo dimenticato – furono i tecnici delle Camere a scrivere letteralmente che nella legge “non è indicato il soggetto preposto all’organizzazione delle celebrazioni“. Comunque la Turco e la signora Marisa Malagola Togliatti – figlia della coppia Togliatti-Iotti e presidente onoraria della fondazione – sono pronte con i loro progetti. Ma hanno davvero bisogno di soldi?
A leggere il bilancio della fondazione – che , va riconosciuto, ci è stato mostrato con trasparenza – nel 2018 hanno speso una cifra relativa, sessantamila e rotti euro. La maggior parte dei quali – 46mila euro, dodicimila in più rispetto all’anno precedente – per volumi e soprattutto viaggi per relatori e relatrici. Che sono piuttosto numerosi. La sola Turco ha girato praticamente l’Italia e non solo nel 2018. E non essendoci più viaggi comodi per gli ex parlamentari, magari sarà stata (forse o in parte) rimborsata. Cesena, Bruxelles, Udine, Teggiano (Sa), Milano, Massa, Trapani, Viterbo, Reggio Emilia, Lecco, Arezzo, Ferrara, Nichelino (To), Avezzano, Avellino, Mestre, Balvano (Pt), Perugia, Terni e Porto Viro (Ro). E ovviamente tanti convegni a Roma.
Quella cena misteriosa per 45mila euro
La fondazione Iotti ha un sito e una pagina Facebook con tanto di collaboratore informatico, scrivono nel bilancio. Manca qualche elemento della biografia della Iotti – ad esempio quell’iscrizione al Pnf del 5 ottobre 1942 – ma tutto sommato lo si capisce. Così come non siamo riusciti a trovare una sola parola sulle atrocità del comunismo. Quel che non si comprende è perché una fondazione che riceve diversi contributi privati debba incassarne, se avverrà realmente, anche dallo Stato. La personalità a cui è intitolata trascorse ben 50 anni da deputato, tredici dei quali addirittura da presidente. Oggi direbbero molto Casta. Nessuno si azzarda.
Però rende. La fondazione spende – scrivono e non abbiamo motivo di dubitare – 65mila euro nel 2008, i ricavi ammontano a quasi 93000. Da applausi. E come hanno fatto? Raccontano di una cena all’Excelsior di Roma del 21 novembre 2018 di cui non siamo riusciti a trovare né un articolo né una sola fotografia. In quel periodo forse avrà lavorato poco anche il collaboratore informatico, perché dei 45mila euro versati per la fondazione in quella serata romana non c’è traccia né sul sito né su Facebook. Nè l’annuncio dell’evento, né il resoconto. Abbastanza curioso, vero?
Ma quanti viaggi dovete fare?
E perché dobbiamo versare altri quattrini se ci sono così tanti anonimi compagni pronti a scucirne? Misteri della storia, potremmo dire. Se ci sono stati così tanti viaggi senza fondi pubblici, nel 2020 vedremo la Turco spuntare in ogni luogo. Per ricordare una vita di sacrifici in Parlamento…
Stasera a Roma, la ricorderà persino la Boldrini. No, soldi pubblici non accettatene, per favore, perché sono anche nostri.
C’è ben poco da commentare, solo vergognarsi! Ma non ci sono delle Autorità preposte per controllare?
L’unico che ha aperto uno spiraglio sugli atroci crimini commessi dai comunisti dopo il 25 aprile 1945 e fino ai primi mesi del 1947 è stato un uomo di sinistra, Giampaolo Pansa. Quanto dovremo ancora aspettare perché sia fatta piena luce su quel periodo tragico?
MATTEI, VENTURINI…..COMUNISTI ASSASSINI
IL COMUNISMO NON PASSERA’, C’E’ LA FIAMMA DELLA LIBERTA’
IERI COMPAGNI, OGGI SARDINE, STESSA PUZZA STESSO FINE!
Perché non se la pagano i compagni visti che è una festa di partito
Se i seguaci e gli aficionades del comunismo vogliono commemorare i loro promotori e i loro uomini e donne della loro storia,anche se oggigiorno il comunismo è stato bandito dalla UE,non si vede il motivo per cui debbano pagare tutti gli italiani.
Comunque sarebbe ora che tante associazioni venissero cancellate dal ricevere contributi statali.
In principio fu l’antiamericanismo, poi lo schierarsi, smaccatamente, con i movimenti del ’68. A seguire gli anni di piombo , con i terroristi che erano solo compagni che sbagliavano, mentre tutte le bombe, gli attentati ecc non potevano non essere di destra, e in tale senso hanno sempre proceduto “casualmente” i giustizialisti rossi , come se in gap fossero stati dei city angels. In parallelo, onnipresenti, i gazzettieri e i radical, allora ventenni e oggi vecchi comunisti, che peraltro non demordono mai, sempre pronti a condannare a morte chiunque non sia di sinistra. Ecco cosa dovrebbe celebrare il Paese, con i denari del Popolo. IL trionfo dell’odio di classe, della politica burocratica e vetero statalista, che chiama ancora gli imprenditori il “padronato”, tesa solo a conseguire vittorie elettorali, a mantenere posti e prebende, un comunismo zombie che si aggrappa ancora al pericolo di qualcosa che è morto da più di 70 anni, che va nelle scuole con spocchia e prepotenza ad insegnare alle nuove generazioni che chi cerca di risollevare il Paese e cerca democraticamente il consenso non può non essere un fascista, che chi cerca di garantire i confini della Patria da un invasione di energumeni devastatori e incapaci contenti è un pericoloso populista, che chi non si inchina ai boiardi europei che ci vogliono servi sciocchi non può non essere sovranista. In questo triste e tristo autunno giacobino, è tutto ciò che i compagni si apprestano a celebrare, con il plauso dei grand commis in prima fila pronti ad applaudire fragorosamente gli eroi del Politburo. De profundis.