Il referendum sul taglio dei parlamentari può portare al voto anticipato se il centrodestra resta unito
Secondo: parliamo del referendum perché una sessantina e passa di senatori hanno sottoscritto la richiesta di far pronunciare il popolo italiano sul tema. Il termine scadeva il 12 gennaio. Se le firme ci sono e sono depositate al Senato, la consultazione si fa. Se non ci sono le firme, la consultazione non si fa e quindi entra in vigore il Parlamento a quota seicento e non più mille. Ancora meglio: se le firme non fossero state raccolte, dal 12 gennaio sarebbe stato più facile resistere allo scioglimento anticipato, soprattutto per chi teme la legnata elettorale.
Dal minuto dopo l’effettivo deposito delle firme, chi volesse andare a votare può manovrare promettendo comunque più seggi ai parlamentari che temono di dover imboccare la strada del ritorno a casa. Rispetto ai 600 seggi temuti, saranno proprio i partiti ad arrendersi al voto anticipato per sopravvivere alla fine dei loro apparati.
I conti che si faranno i partiti
Il che vale per tutti. Nel centrosinistra c’è una scuola di pensiero. Perdendo, restano seicento i seggi a disposizione perché il maggioritario vedrà la vittoria del centrodestra. Ma per togliere la quota uninominale dalla legge elettorale, devi farne una nuova. Tutta proporzionale, tornando decenni indietro? Proporzionale alla spagnola, che vuol dire maggioritario e frega i piccoli partiti? E poi, con il sistema all’italiana, con quale percentuale di sbarramento? In una coalizione alla disfatta, mettersi d’accordo sulle regole del gioco sarebbe praticamente impossibile. Mors tua, vita mea.
Anche perché se il centrodestra si muove finalmente come coalizione, non avrà alcun interesse a risolvere i problemi degli avversari. Mai come in questo caso a nessuno può essere consentito di muoversi separatamente dagli alleati. Se si va direttamente al referendum, il Sì al taglio dei parlamentari vince e ci teniamo l’attuale Parlamento, pure se delegittimato dal voto popolare, fino al 2023. Potremo anche dire di aver vinto nelle urne, ma resterà al governo chi ha perso le elezioni e non ci andrà chi ha la maggioranza del consenso degli italiani.
Pensate ai poveri grillini, che poi sono quelli che hanno portato avanti la riforma. Il loro destino è scendere fino al 10 per cento, ad andare bene. Con il numero attuale di deputati e senatori da eleggere, un centinaio ne porterebbero a casa sui circa 300 che detengono adesso. Con la riforma, al massimo una cinquantina. Moltiplichiamo il dato per tutti i partiti perdenti, qualcuno ci spieghi che convenienza hanno a lasciare continuamente pezzi per strada. Ti giochi la partita, tenti di contenere le perdite, e ti prepari alla rivincita per dopodomani. Perché il match di domani è già perso.
Il taglio del numero dei Parlamentari lede enormemente la rappresentatività democratica.
Questi dovranno poi essere sostituiti (come del resto già anticipato dal partito m5s) da un numero maggiore di super burocrati che ci costeranno anche di più del misero euro di risparmio annuo a testa che se ne trarrebbe.
Questo provvedimento è sbagliato fin dalla sua nascita e continua ad erodere ancora un po’ il dettato costituzionale, cosa molto in voga di questi tempi.
Del resto chi è stato a spingerlo con maggior vigore ?
Va bene il referendum, qualunque cosa pur di andare a votare…………bisogna fermare a tutti i costi queste portinaie che ci governano creando guai a catena; tra pesci rossi, UE, risparmi minacciati, dilettanti allo sbaraglio, il partito delle toghe rosse e regalie di tutti i tipi per comperare voti…….non se ne può più!
Storace,
lei parte dal presupposto che al referendum gli italiani voteranno a favore del c.d. taglio dei parlamentari.
E se gli italiani dovessero votare contro tale taglio poiché una riforma parziale partendo dall’ultimo aspetto di una riforma complessiva, riguardante legge elettorale e ridisegno dei collegi oltre al taglio nonché una netta separazione dei compiti del Senato rispetto a alla Camera come negli USA, si rivelerebbe una pessima riforma rispetto all’attuale assetto già indebolito dai soliti somari della c.d. classe dirigente politica, cosa che non è?
I nostri concittadini non sono degli sprovveduti. Ma il caso del papocchio combinato dal “senatore semplice” della provincia di Firenze lo avete già dimenticato?
Mah………..
purtroppo il Centro destra non è unito perchè in Forza Italia sono in atto manovre di riposizionamento da parte di personaggi noti; quindi niente voto anticipato .
D’altra parte l’on.le Crosetto aveva anticipato qualcosa a proposito dell’attacco concentrico a Salvini.
La proposta di referendum su questo argomento è vergognosa, scredita chi l’ ha proposta e firmata
E’ ora di finirla con questa massa di parlamentari inutili. Con troppi galli nel pollaio non fa mai giorno. Ci vuole un taglio drastico a tutte le spese inutili,in particolare agli stipendi da nababbi di parlamentari e Dirigenti, L’Italia ha bisogno di recuperare il debito pubblico e questi continuano ad aumentarsi gli stipendi. Io dico Basta! pensiamo di più al sociale in tutti i sensi.