“Italia paradiso degli zingari”: così parlava la banda di bosniaci che rubava duemila euro al giorno
Italia paradiso degli zingari, Italia paese di handicappati. Parlavano così tra di loro al telefono i componenti di una banda di borseggiatori di origine bosniaca. Un’associazione a delinquere individuata nell’ambito dell’indagine “Ieri oggi e domani”. Ne fanno parte cinque donne, due uomini e tre minori. A capo della banda il 38enne Muharem Omerovic.
Avevano messo in piedi un’attività piuttosto proficua: i borseggi e i colpi negli appartamenti fruttavano circa 2500 euro al giorno. Operavano a Venezia, Genova e soprattutto a Milano. Nelle intercettazioni uno dei componenti della banda si vanta dell’esperienza della moglie nei borseggi, specificando che il soggetto fa questo lavoro da quando aveva dodici anni. “È una professionista. Se va da sola è una che sa molto, molto bene, perché sennò non tenevo la Panamera e la Porsche…”.
Italia paradiso degli zingari, come agiva la banda
I particolari li ha spiegati il capo della mobile milanese Marco Calì: “Il capo del gruppo era il 38enne Muharem Omerovic. Mentre le donne ‘lavoravano’ per 10 ore al giorno concentrando i furti soprattutto nelle metropolitane e nella zona del centro, gli uomini si godevano la vita a bordo di auto di lusso (Maserati, Porsche, ndr), facendo shopping e partecipando a eventi come Gran Premi in giro per l’Europa”. “Tutti conoscevano perfettamente i meccanismi giudiziari e l’uso dei bambini era uno strumento molto efficace”, dice Calì. Secondo quanto ricostruito dalla Mobile, gli Omerovic avrebbero affidato i minori a delle babysitter sudamericane pagate circa 800 euro al mese.
In caso di arresto di una delle ladre, dovevano portare immediatamente il piccolo dalla madre, in modo da impedirne l’arresto in carcere. Per questo motivo l’operazione ha preso il nome “Ieri, oggi e domani”, come il film del 1963 di Vittorio De Sica in cui Sophia Loren interpreta il ruolo di una contrabbandiera di sigarette che continua a far figli per evitare il carcere.
La banda aveva la sua base logistica a Milano, in due appartamenti popolari occupati abusivamente in via Famagosta e via Bolla. Gli agenti hanno eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere dopo aver indagato su molti episodi di furti con destrezza a danno di turisti, in particolare all’interno delle metropolitane.