La “compagna” di Todi non si tocca, urlano Pd e Leu. Dal ministro M5s arriva il me ne frego
Siccome le compagnie di sventura non si muovono mai da sole, ecco anche i rinforzi, con tre parlamentari del Pd, pure loro ad “interrogare” il governo. E via con i soliti bla-bla su quei libri molto particolari e il curriculum della dottoressa (che un dirigente lo abbia a noi sembra il minimo, eppure diventa motivo di onorevole ohibò). E con l’inno a libri “che fanno dell’educazione alle diversità, all’inclusione e all’accettazione di sé i cardini fondamentali per aiutare i più piccoli e i loro genitori a vivere la complessità del presente”.
Il ministro non ha tempo da perdere con queste cose
Alle due interrogazioni contro il sindaco di Todi ha risposto con una specie di “me ne frego” il ministro Fabiola Dadone. La rappresentante del governo, che pure ha incredibilmente attivato un’ispezione che nessuno sa quanto sia costata, ha dato comunque atto al Comune di essersi mosso nel solco della legge per un riassetto che ha coinvolto ventuno dipendenti, di cui una sola ha fatto casino. Salvo poi concludere: “Segnalo, infine, che non rientra nelle competenze del Ministro per la pubblica amministrazione la verifica della legittimità degli atti gestionali posti in essere dalle singole amministrazioni”.
Come a dire, sono inutili le minacce. Cari compagni, studiate la legge. E non fate perdere tempo allo Stato. Nè al governo che sostenete.