«La sanità nel Lazio è al collasso. Un disastro targato Zingaretti». La denuncia di Regimenti (Lega)
«La politica del Pd di Zingaretti sulla sanità nel Lazio è disastrosa. Lo dimostra il rapporto dell’associazione medici dirigenti, Anaao Assomed. Nei prossimi anni si rischia il collasso nei pronto soccorso per la mancanza di specialisti». È quanto dichiara Luisa Regimenti, eurodeputata della Lega e responsabile della Sanità nel Lazio.
L’allarme arriva dopo l’accordo tra Stato e Regioni sul Patto per la Salute. Secondo il sindacato dei medici l’accordo non rileva il vero fabbisogno del Lazio e sottostima gravemente il deficit di specialisti di emergenza-urgenza.
Sanità nel Lazio, Zingaretti sott’accusa
«Condivido i timori espressi dall’Anaao Assomed», sottolinea Regimenti, che tra l’altro svolge la professione di medico legale. «Ritengo – dice – inaccettabile affidarsi a finanziamenti a pioggia del tutto svincolati da necessità reali. Una gestione scriteriata della sanità nel Lazio. Incapace di individuare gli effettivi bisogni del settore e rispondere alle istanze avanzate dalla categoria e dai cittadini».
Attesa nei pronto soccorso
Regimenti snocciola alcuni dati: «L’attesa media per i codici gialli nei Pronto soccorso del Lazio è di mezz’ora e siamo penultimi in classifica. Il numero dei posti letto ogni mille abitanti (3,7) è inferiore a tutte le regioni del nord Italia. Con Zingaretti al comando, gli ospedali del Lazio hanno oggi mille posti letto in meno. Il fatto è – aggiunge l’esponente leghista – che la figura del medico deve rimanere centrale. Bisogna puntare su competenze, merito, borse di studio e formazione professionale continua, lottare contro il precariato ed eliminare il blocco del turn-over, che ha limitato la presenza dei medici negli ospedali». E poi ancora: «Si procede, invece, senza programmazione. Facendo lievitare i costi di un servizio sanitario già profumatamente pagato dalla comunità. La Lega ha avviato un tavolo di lavoro in Consiglio regionale per trovare le soluzioni a questi problemi ed è ora che Zingaretti faccia le valigie».