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Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della societ√† civile , oggi 18 dicembre 2019.
(Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)
Roma – Il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della cerimonia per lo scambio degli auguri di fine anno con i rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e della societ√† civile , oggi 18 dicembre 2019. (Foto di Paolo Giandotti – Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Mattarella prepara il messaggio agli italiani. Ritorna il valore dell’identità nazionale

Politica - di Valerio Falerni - 30 Dicembre 2019 - AGGIORNATO 31 Dicembre 2019 alle 17:47

«Coesione nazionale» e «identità italiana». Saranno questi, almeno a detta dei quirinalisti bene informati, i capisaldi del  messaggio di fine anno del presidente Mattarella. Un appuntamento tradizionale atteso sia dai cittadini sia dai Palazzi della politica. Temi, quelli della coesione e dell’identità, che suonano altrettanti indizi di una consapevolezza e di una preoccupazione del Capo dello Stato: quella di una Italia impreparata di fronte a sfide epocali. Nei primi quattro anni della sua presidenza, pur tenendosi a distanza dallo stile interventista del suo predecessore, Mattarella si è sempre speso affinché cessasse l’incomunicabilità tra i vari schieramenti politici.

Mattarella preoccupato dallo scenario politico

Il suo continuo riferimento ai «buoni sentimenti» era in realtà la semplificazione di un messaggio ben più complesso e cioè che nessuna nazione, può affrontare sfide senza avere dalla sua comunanza valoriale di base. Ma questo significa pure che il continuo sequestro della Costituzione da parte delle forze di sinistra o dei 5Stelle per negare legittimazione ai loro avversari di centrodestra, per altro maggioritari nel Paese, ha ormai creato una frattura difficilmente sanabile. Se Mattarella vorrà davvero restituire senso compiuto ai concetti di «coesione e di identità nazionale», non potrà che sollecitare quelle stesse forze di sinistra a confrontarsi con i loro avversari senza pretendere per sé il titolo di «parte migliore del Paese» o di unici custodi delle virtù repubblicane. Tanto più che sono sempre più minoranza.

La mancanza di coesione nazionale figlia della cultura partigiana

Del resto, la storia patria è troppo complessa per tagliarla a fettine al fine di separare i buoni dai cattivi. Se l’Italia arranca ovunque rispetto ai suoi partner europei è proprio perché minata da questo modo partigiano di leggere la sua storia. Al contrario coesione e identità hanno bisogno di una diversa narrazione. La speranza è che Mattarella apra un varco in questa direzione. Nel frattempo, è incoraggiante che al Quirinale si riscoprano parole e valori, come appunto coesione e identità nazionale, troppo a lungo negletti. Anche per questo, tanti auguri Presidente.

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di Valerio Falerni - 30 Dicembre 2019