Mes, Conte annuncia l’accordo di maggioranza. Meloni: la farsa è finita, i 5stelle hanno ceduto

11 Dic 2019 11:15 - di Redazione
Mes, Conte e Di Maio

Mes, c’è l’accordo. E nell’annunciarlo Conte mischia le carte sul tavolo. Tanto che, proprio oggi, parla di «famiglia europea». Di “multilateralismo” come «strumento migliore per tutelare gli interessi degli Stati membri». Allude a una supposta “protezione” da tensioni internazionali. Fa riferimento alla necessità di esorcizzare spettri economici e paure politiche. Dell’urgenza di “proteggersi” che però non deve tradursi necessariamente nel “rinchiudersi”. Insomma, rispolvera la “supercazzola” di monicelliana memoria in vista delle comunicazioni alla Camera. Preparandosi il terreno in anticipo sul prossimo Consiglio Europeo.

Mes, c’è l’accordo di maggioranza

Poi, in questa preoccupante mano di poker sulla trattativa Salva Stati cala l’asso e spariglia le carte con una puntata non proprio a sorpresa.«Il governo italiano intende promuovere, in seno al Consiglio Europeo, questo tipo di approccio nei confronti delle altre Istituzioni europee e una maggiore coesione fra i leader europei. Non è, questo, nella famiglia europea il tempo per dividersi o per lasciarsi dividere», tuona il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, nel presentare alla Camera la risoluzione di maggioranza sul Mes. Risoluzione su cui l’Aula dovrà esprimere un voto prima del Consiglio Europeo in agenda per l’appunto per domani e dopodomani. Il bluff è servito?

Il vincolo è stretto. Anzi, strettissimo…

Insomma, questo matrimonio forzato s’ha da fare. E per il premier, «la maggiore complessità politica emersa alle elezioni europee suggerisce una ancor maggiore coesione fra i Capi di Stato e di governo che compongono il Consiglio europeo. Quest’ultimo – prosegue Conte – deve infatti fornire un indirizzo politico chiaro e pragmatico riguardo alle sfide che il continente ha di fronte. Oltretutto, deve assicurare, al contempo, più efficacia e intensità nell’impulso e nel sostegno alla Commissione europea e nel dialogo col Parlamento europeo. Anche nella prospettiva del rafforzamento del potere di iniziativa legislativa di quest’ultimo». Insomma, il vincolo è stretto. E punta a stringersi sempre di più…

La logica del “pacchetto”

Preparato l’antipasto sul Mes, Conte passa al piatto forte. E nell’illustrare il variegato menù avvelenato spiega quale amaro calice bisognerà ingoiare. «Mantenere la logica di pacchetto (Mes, Bicc, Unione bancaria) alla quale accompagnare ogni tappa mirata ad assicurare l’equilibrio complessivo dei diversi elementi al centro del processo di riforma dell’Unione economica e monetaria. Approfondendo i punti critici». Lo chiede la risoluzione presentata dalla maggioranza sulle comunicazioni del presidente del Consiglio alle Camere. Lo ribadirà la sua analisi inell’imminente Consiglio europeo. La risoluzione impegna inoltre il governo, “in particolare”, a “escludere interventi di carattere restrittivo sulla detenzione di titoli sovrani da parte di banche ed istituti finanziari e comunque la ponderazione dei rischi dei titoli di Stato attraverso la revisione del loro trattamento prudenziale.

Mes, il commento di Giorgia Meloni a “Radio Anch’io”

Il M5S si allinea. I grillini si dicono «soddisfatti per la risoluzione di maggioranza che prevede le modifiche richieste dal Movimento» sul Mes. Lo si apprende da fonti M5S, che precisano inoltre che «la logica di pacchetto è stata confermata. Ci sarà un nuovo round in parlamento a gennaio, prima del prossimo Eurogruppo». Le stesse fonti, mettendo le mani avanti, garantiscono che «ci sarà il pieno coinvolgimento del Parlamento prima dei prossimi passi sul Mes. Ogni decisione verrà presa ascoltando le Camere. Non firmeremo nulla al buio». Tempestivo e chiarificatore l’intervento di Giorgia Meloni rilasciato a riguardo dai microfoni di Radio Anch’io. «Era chiaro, il M5S avrebbe fatto finta di ottenere qualcosa prima di cedere».

Meloni sul Mes: «La logica di pacchetto è pure peggiore»…

Quindi, commentando quanto trapela dal M5S su un accordo raggiunto sul Mes in nottata, la leader di Fratelli d’Italia aggiunge: «Ma il M5S voleva l’uscita dal Mes. Era nel loro programma»… E invece sul Mes, prosegue la Meloni, «la logica di pacchetto è pure peggiore». «Nella logica di pacchetto ci sono altre due questioni: la vigilanza unica e la garanzia comune sui depositi, che costruirebbero l’unione bancaria, che potrebbe essere conveniente». «Oggi però abbiamo il testo del fondo Salva Stati, ma non il testo della garanzia dei depositi. Non lo sappiamo cosa c’è dentro», avverte Meloni: «L’Italia dovrebbe dire “firmiamo tutti i testi insieme, ma dobbiamo sapere cosa c’è dentro”», conclude Giorgia Meloni. Riaprendo il file ancora in corso.

Commenti

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  • Giuseppe Malaisi 11 Dicembre 2019

    mi scusi on.le Meloni ma credeva veramente che 5 S non avrebbero votato il MES ?
    se cadeva il governo molti di loro si sarebbero trovati senza poltrona e senza un lauto stipendio.