‘Ndrangheta e voto di scambio, si dimette il presidente della Val d’Aosta Antonio Fosson

14 Dic 2019 11:47 - di Redazione

“Per onorare quel senso di responsabilità politica che ho sempre perseguito. E anche per salvaguardare la mia personale dignità profondamente ferita per le infamanti ipotesi che vengono formulate ho deciso di fare un passo
indietro. Di dare le mie dimissioni dalla carica di presidente della Regione Valle D’Aosta“. Così Antonio Fosson ha detto addio alla giunta valdostana, il giorno dopo la bufera giudiziaria che lo ha investito. Rapporti mafiosi e voto di scambio con la ‘Ndrangheta, è l’accusa. nel corso di una comunicazione alla stampa . “Questo sottolineando però con forza la mia totale estraneità rispetto ai fatti di cui ho avuto lettura negli ultimi giorni sui giornali”, ha aggiunto.

Le dimissioni inevitabili di Fosson e di due assessori

Fosson avrebbe deciso di mollare al termine di una riunione di maggioranza convocata a seguito degli avvisi di garanzia inviata dalla Dda in merito all’inchiesta sul condizionamento delle elezioni regionali del 2018 in Valle d’Aosta da parte della ‘ndrangheta. Il Presidente della Valle d’Aosta Antonio Fosson figura tra gli indagati per voto di scambio nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Torino sui condizionamenti delle regionali 2018 da parte della ‘ndrangheta.

Insieme al presidente della regione Valle d’Aosta Antonio Fosson si sono dimessi anche gli assessori Stefano Borrello e Laurent Vierin, entrambi raggiunti da ordinanze. Secondo le indagini Fosson riceveva ordini da un anziano calabrese. “Da sottolineare che Antonio Fosson saluta Giuseppe Petullà chiamandolo sempre capo e sembra incredibile che un semplice anziano pensionato di origine calabrese possa influenzare, anzi dettare, la linea politica di un ex senatore della Repubblica italiana e assessore regionale come Antonio Fosson”.

I rapporti con un anziano pensionato calabrese

Petullà – si legge ancora nella ordinanza – è “soggetto vicino ad esponenti del “locale” di Aosta quali Antonio Raso e Marco Di Donato”. I carabinieri hanno anche documentato un incontro tra Fosson e Raso, nel ristorante di quest’ultimo, “per parlare delle elezioni regionali, ma il discorso avviene a voce bassissima e si riescono a comprendere solo brevissimi passaggi”

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