‘Ndrangheta, il presidente della Valle d’Aosta Antonio Fosson indagato per voto di scambio
Terremoto in Valle d’Aosta. Il Presidente della Regione, Antonio Fosson, risulta indagato per voto di scambio in un’inchiesta della Dda di Torino sui condizionamenti delle regionali 2018 da parte della ‘Ndrangheta. A condurre l’indagine, chiamata “Egemonia”, sono stati i carabinieri di Aosta. Nelle scorse settimane avevano ricevuto un avviso di garanzia anche Laurent Viérin, ex presidente della Regione e ora assessore al Turimo dell’Alliance Valdotaine, Stefano Borrello, assessore alle Opere pubbliche ed esponente dell’Unione Valdotaine, e il consigliere regionale di Stella Alpina Luca Bianchi. Tutti e tre hanno già affrontato l’interrogatorio.
Agli atti dei pm telefonate, eventi, incontri privati
Non è la prima volta che i riflettori della Dda su accendono sulla Valle d’Aosta. Ora agli atti dei pm, coordinati da Valerio Longi, vi sarebbero alcune telefonate e fotografie che testimonierebbero i contatti con i vertici locali della ‘ndrangheta a fini elettorali. Incontri in abitazioni private, eventi e conversazioni finalizzati alla raccolta di voti. In particolare, negli atti si fa riferimento al maggio 2018. Vi si riporta, tra l’altro, una telefonata dalla quale “si ha il riscontro dell’avvenuto accordo tra Laurent Vierin e il “locale”, cioè la richiesta del politico di voti”. Quanto a Fosson, invece, il pm rileva che “saluta Giuseppe Petullà chiamandolo sempre capo”. “Sembra incredibile – sottolinea il magistrato – che un semplice anziano pensionato di origine calabrese possa influenzare, anzi dettare, la linea politica di un ex senatore e assessore regionale come Fosson”. Petullà, spiegano ancora gli inquirenti, è “soggetto vicino ad esponenti del locale di Aosta“.
Il terremoto politico in Valle d’Aosta
“Non mi risulta a tutt’ora che a mio padre sia stato notificato alcun avviso di garanzia”, ha detto il figlio di Fosson, Jacques. La maggioranza regionale, invece, è pronta ad aprire la crisi, sebbene si sia riservata una riflessione di 24 ore. La decisione è uscita da un vertice al palazzo regionale, durato più di un’ora. “A livello giudiziario – ha spiegato Patrizia Morelli dell’Alliance valdotaine – non conosciamo le posizioni personali dei coinvolti e ognuno avrà modo di chiarire. A livello politico utilizzeremo la giornata per un confronto con i movimenti”. “Saranno valutate tutte le ipotesi e domani mattina avremo una risposta”, ha aggiunto Morelli, sostenendo che il clima in maggioranza è “buono, compatibilmente con la gravità della situazione”.