Pirandello “inedito” folle d’amore: «Cara Jenny, scusami ma sono proprio impazzito»
«Scusami, cara Jenny, ma io non ci posso far niente! Non so più cosa faccio, cosa devo fare; sono proprio come impazzito. I miei poveri parenti soffrono molto nel vedermi così, ma non posso né dominarmi né concentrarmi; ho la morte nel cuore, e ridere mi è impossibile». Rivelano i tormenti d’amore 19 lettere autografe scritte dal giovane Luigi Pirandello (1867-1936) a Jenny Schulz Lander, la ragazza tedesca conosciuta durante il periodo di studi universitari a Bonn. Città dove il Premio Nobel della Letteratura si laureò nel 1891. Non solo lettere ma anche un libretto di poesie lasciato in dono alla fidanzata.
Pirandello e le lettere inedite
I documenti, finora mai pubblicati sono la testimonianza di una relazione sentimentale che ebbe importanti riflessi sull’opera del drammaturgo agrigentino. Gli autografi, riferisce l’Adnkronos, rinvenuti in archivi statunitensi (Università del Texas) e tedeschi (Archivio di Stato e Università di Bonn), sono al centro del saggio di Giuseppe Faustini Un amore primaverile. Inediti di Luigi Pirandello e Jenny (pagine 256, euro 22), edito da Mauro Pagliai. Con introduzione di Elio Providenti, uno dei maggiori ricercatori delle vicende biografiche dell’autore di Il fu Mattia Pascal.
Il grande scrittore e drammaturgo conobbe la giovane renana Jenny il 19 gennaio 1890 a Bonn, dove si trova per compiere gli studi in filologia romanza. Sin dal loro primo incontro, Pirandello la definisce “una delle bellezze più luminose che io mi abbia mai visto”. La elegge ben presto a musa creativa dedicandole diversi componimenti. E la rievocherà nelle proprie poesie anche dopo la fine della relazione avvenuta alla fine del 1891.
L’amore per Jenny
«Jenny, mi sono messo due volte a comporre dei versi sulle vostre mani, e non ci sono riuscito. È meglio confessarlo: la mia arte non può nulla dinanzi a un’opera così squisita della natura», scriveva Luigi in una lettera del 17 aprile 1890 alla figlia della proprietaria della casa dove abitò durante i suoi studi universitari a Bonn. La stessa lettera contiene una vera e propria dichiarazione d’amore: «Vi basti sapere questo, Jenny, che se io fossi un orafo di molta fama, io vorrei spendere i dì più belli della mia vita e tutto l’ingegno mio a lavorare per esse un solo e meraviglioso anello d’oro; e che se io fossi un artefice di numi, ritrarrei nel marmo le vostre mani e le darei a Venere celeste».
La passione per le sue mani
Curioso il particolare in cui il futuro drammaturgo accenna all’adorazione che nutre per le mani di lei: «Una modestia, che non amo, non vi faccia pensare che io dica queste cose per quel particolare sentimento di benevolenza, che nutro nel mio cuore per voi. La verità è questa, Jenny, che io professo alle belle mani un culto strano, e che di più belle, in vita mia, non ne ho mai vedute».
Gli scritti da Villa Caos a Girgenti
Rientrato in Italia, il 9 maggio 1891, dalla Villa Caos a Girgenti, Pirandello scriveva a Jenny di cui era ancora perdutamente innamorato anche se pesava la lontananza da lei. «Ho la morte nel cuore e ridere m’è impossibile. Ora bramo le amarezze, come Tannhäuser, il buon cavaliere, bramo la nebbia, il freddo, la neve. Era così sereno, così caldo e così luminoso l’amore là da Te. Che cosa giova a me che qui splende il sole, tutto è verde e l’aria è gradevole? Questo non può più rallegrarmi. Vedo la mia vita senza scopo; anche l’arte non ha più nessun sorriso per me».
«Scusami se non ti scrivo spesso»
Nel luglio 1891, da Napoli, Pirandello scriveva alla fidanzata che si sentiva trascurata. «Mia cara Jenny, sono a Napoli per far curare il mio stupido cuore che non vuole più battere bene. Domani o dopo domani partirò per Roma. Tu conosci il mio indirizzo là (Corso, 456). La Tua ultima lettera mi ha fatto male. Io non ho dimenticato né Te né Bonn, Tu sei addirittura l’unico dolce ricordo della mia vita. Ah, Ti prego, Jenny! Non pensare male di me… Se non Ti scrivo tanto spesso, Tu devi pensare che ho ragione a fare così. Io non posso scrivere più una lettera – tanta è la mia sofferenza chiusa nel cuore. E poi – perché devo render triste anche Te? È già troppo che sono tanto triste io. Oh come spesso sono venuto col pensiero da Te di giorno e di notte e Ti ho cercato nella Tua camera e Ti ho chiesto scusa! Non mi hai sentito vicino a Te? Il 26 giugno sono stato accanto a Te tutto il giorno, ma a causa della mia malattia non potei mandarti in tempo i miei più cordiali auguri. Da Roma però Ti manderò presto un regalino per il tuo compleanno e Tu devi accettarlo per ricordo del Tuo Gigante malato».
Il saggio di Faustini su pirandello
Oltre alle lettere, di cui è riportato anche il testo originale in lingua tedesca, il saggio curato da Faustini racchiude una riproduzione anastatica del quaderno “Gedanken” (Pensieri, 1890), contenente traduzioni in tedesco di poesie tratte dalla silloge “Mal giocondo” (1889) e alcune prime stesure di liriche che verranno in seguito pubblicate in “Pasqua di Gea” (1891), raccolta che sarà dedicata proprio a Jenny. Spiega Giuseppe Faustini, docente di letteratura italiana allo Skidmore College di New York, curatore del carteggio inedito: «Nell’ambito degli studi pirandelliani esistono ancora zone inesplorate, in particolare per quanto riguarda il rapporto tra la giovane tedesca e lo studente siciliano a Bonn, o l’influenza su quest’ultimo dei filosofi e scrittori tedeschi, da Goethe a Lessing, da Hegel a Heine, da Tieck a Lipps».