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epa08068367 Italian Foreign Affairs Minister Luigi di Maio (2-L) arrives for the ‘Italy and Central Asia’ international conference entitled ‘Strengthening mutual understanding, cooperation and partnership’ at Farnesina Palace in Rome, Italy, 13 December 2019. The conference sees the participation of Italy, kyrgyzstan, Uzbekistan, Tajikistan, Kazakhstan and Turkmenistan.  EPA/FABIO FRUSTACI
epa08068367 Italian Foreign Affairs Minister Luigi di Maio (2-L) arrives for the ‘Italy and Central Asia’ international conference entitled ‘Strengthening mutual understanding, cooperation and partnership’ at Farnesina Palace in Rome, Italy, 13 December 2019. The conference sees the participation of Italy, kyrgyzstan, Uzbekistan, Tajikistan, Kazakhstan and Turkmenistan. EPA/FABIO FRUSTACI

Polveriera M5S: cresce il numero dei senatori pronti ad andarsene. Si apre il processo a Di Maio

Politica - di Redazione - 13 Dicembre 2019 - AGGIORNATO 14 Dicembre 2019 alle 08:58

“Non è stata fornita alcuna spiegazione. Questo episodio conferma le perplessità su alcuni processi decisionali dei vertici del Movimento”, ha dichiarato Trenta, dicendosi “vittima di una trama di alcuni poteri forti”. La candidatura nel “Team del Futuro” dell’ex ministro era stata osteggiata da diversi parlamentari grillini, che avevano chiesto ai vertici di stopparne la corsa dopo il caso dell’alloggio assegnato al marito, minacciando un esposto ai probiviri o, addirittura, la presentazione di una interrogazione parlamentare.

Il M5S trema al Senato: si temano 20-30 defezioni

Ma è soprattutto il tema dei numeri a Palazzo Madama ad agitare i sonni dei grillini. “So che usciranno 20 o 30 persone e che stanno valutando di fare un nuovo gruppo ma non credo che avranno la forza per farlo”, ha ipotizzato il neo-leghista Lucidi. Un senatore dei 5 Stelle, off the records, si è poi lasciato andare ad analoghe previsioni, dando sfogo a tutta la sua preoccupazione. “Al nostro interno, qualcuno sta pensando di formare un gruppo a sé alla Renzi. Una situazione delicata, perché ogni ulteriore spaccatura indebolirebbe la squadra, ma soprattutto mortificherebbe la legislatura. Al voto – ha spiegato il parlamentare – non si andrà verosimilmente prima della fine naturale della stessa, ma si rischia di renderla insignificante, nello stallo più totale”.

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di Redazione - 13 Dicembre 2019