Rigopiano, gli avvocati avvertono D’Alfonso: “Non è finita con l’archiviazione”

4 Dic 2019 12:33 - di Luciana Delli Colli
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L’ordinanza del Gip su Rigopiano “ha degli effetti positivi”, perché “dice una cosa molto importante”. Ovvero che “il terremoto non è stato causa della valanga, quindi la colpa non è della montagna né delle vittime che stavano nell’albergo”. All’indomani delle 22 archiviazioni disposte dal Gip a parlare così è l’avvocato Romolo Reboa. Il legale assiste quattro famiglie delle 29 vittime della tragedia che si consumò il 18 gennaio 2017, quando una valanga travolse l’albergo di Farindola. Fra le posizioni archiviate ci sono anche quelle degli ex presidenti della Regione Abruzzo Luciano D’Alfonso, Ottaviano Del Turco e Gianni Chiodi.

I legali contro l’ex governatore dem D’Alfonso

Per Reboa, intervenuto a Radio Cusano Campus, “il problema è il re delle turbine (D’Alfonso, ndr). Perché agli atti delle indagini vi erano poche testimonianze sul suo comportamento”, ha sostenuto il legale. “Il gip dice che D’Alfonso aveva avuto semplicemente delle comunicazioni via sms dal sindaco di Farindola, ma mai comunicazioni ufficiali di pericolo. Ma D’Alfonso – ha sottolineato l’avvocato – comandava, disponeva, quindi questo punto mi pare un po’ debole”. E Daniela Acquaviva, la funzionaria della prefettura che la sera della tragedia liquidò la telefonata d’allarme del ristoratore dell’hotel Quintino Marcello, dicendo che “la mamma degli imbecilli è sempre incinta”? Anche la sua figura tra le 22 posizioni archiviate. “Dal suo comportamento è derivata la morte? Per quanto riguarda i miei assistiti – ha spiegato il legale – dico no, perché sono morti immediatamente dopo la valanga. Quindi la signora con la sua frase non può essere accusata di omicidio”.

“Sommo dispiacere” del Comitato vittime di Rigopiano

La decisione del Gip ha provocato a caldo la dura reazione di Alessio Feniello, padre di Stefano, una delle vittime e il “sommo dispiacere” del Comitato delle vittime.

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