Walter Chiari, mattatore e genio dello spettacolo. Da marò della Decima Mas a re dei varietà della Rai
Walter Chiari poteva dire “io c’ero”. C’era nelle ore storiche dell’Italia, nella sanguinosa guerra civile, e c’era anche allo sbarco in Normandia. Che si era arruolato nella Decima Mas di Borghese si sapeva, e lui non l’ha mai nascosto. Re dell’avanspettacolo e della rivista, cui il fascismo aveva ridato vita, faceva battute sul fascismo e sul regime democratico. Storica rimase quella, del 1975, quando disse che a Mussolini a piazzale Loreto non erano caduti soldi dalle tasche. Mentre se si fossero rivoltati i politici attuali… Questo gli costò l’ostracismo della stampa, già allora allineata, e le solite critiche dei politicamente corretti radical chic. Ma a parte la parentesi della Repubblica Sociale, Walter Chiari era un artista vulcanico e capacissimo. Più istintivo che accademico, forse, ma proprio per questo geniale.
Il padre di Walter Chiari era un carabiniere pugliese
Il suo vero nome era Walter Michele Armando Annichiarico, ma il nome era troppo lungo da stampare sulle locandine e così si optò per Chiari. Era figlio di un brigadiere dei carabinieri pugliese, Carmelo, e di una maestra elementare, Vincenza Tedesco. Era il secondogenito di tre maschi, Osvaldo, Water e Benito. Il suo anticonformimto e la sua straripante personalità non gli consentirono, come accade a molte persone autenticamente geniali, di trovare subito la sua strada. Fece diversi lavoro,da magazziniere a dipendente di banca, ma li perdeva sempre. Praticò invece con successo diversisport, diventando anche campione lombardo di pugilato nel 1939. Fu anche calciatore, nuotatore, ciclista. Tra l’altro, il pugile suonato e il ciclista spompato entrarono immediatamente nel suo pur vasto repertorio. Quello che si deve dire di Water Chairi è che aveva un’assoluta padronanza del linguaggio. Dialetti, espressioni, frasi auliche, non avevano segreti per lui. Eccelleva anche nelle imitazioni, ma non di persone particolari ma di personaggi di tutti i giorni: il balbuziente, il morto di sonno, l’avvocato, il cialtrone.
Memorabile la sua imitazione di Hitler
E rimasta famosa, prima della guerra, una sua esilarante, a detta di chi vi ha assistito, imitazione di Adolf Hitler. Umna volta la fece in un teatro in cui vi erano ufficiali tedeschi. Come disse un suo amico presente, “l’imitazione poteva scatenare indifferentemente l’ovazione o la fucilazione”. Andò bene. Walter CHari è sempre stato un temerario, oltre che coraggioso. Nel 1940 probabilmente vi fu la svolta della sua vita. Quella sera, al teatro Olimpia di Milano, a una rivista, fu invitato qualcuno del pubblico a esibirsi. Walter Chiari fu catapultato sul palco dai suoi amici, e improvvisò quelli che sarebbero diventati i suoi cavalli di battaglia.Il balbuziente che non riesce a ordinare la granita, anzi, la “ghiacciata”, che scatenò un uragano di applaisi. Insieme all’immaginario Sarchiapone, questa fu una scenetta che Walter Chiari ripropose sempre nei suoi spettacoli.
Combatté anche nella Wermacht in Normandia
Dopo la sua morte, emerse da un testimone che Walter Chiari era stato poi arruolato e addestrato nella Wermacht e che partecipò allo scontro che oppose i tedeschi agli alleati in Normandia. Fuggito dopo la battaglia, riuscì a rientrare rocambolescamente in Italia dalla Svizzera, attraverso le foreste. Non è ancora chiaro se riprese la vita normale senza essere perseguitato come accadde a molti volontari della Rsi. Secondo alcune fonti trascorse un periodo nel Fascists criminal camp di Coltano, da dove poi uscì senza gravi conseguenze. Non sembri strano l’arruolamento nella Rsi. Molti suoi amici che poi avrebbe rincontrato nello spettacoli vi aderirono. Da Ugo Tognazzi a Carotenuto, da Gorni Kramer, da Giorgio Albertazzi a Carlo Dapporto, da Gilberto Govi a Raimondo Vianello, da Luciano Salce a Enrico Maria Saleno. E molti altri ancora. La leggenda narra che in un teatro Chiari dicesse: “Saluto gli amici della prima fila, ma anche della Decima…” riferendosi alla Decima Mas di Borghese.
Chiari interpretò oltre cento film
Impossibile in questa sede analizzare i suoi oltre cento film, tra cui alcuni importanti e drammatici. Il suo regno fu sempre il teatro, perché proveniva da quel mondo. Dotato una una irresistibile mimica, di una recitazione sponanea e anche di una grandissima memoria, che gli consentiva di imparare le partidopo una lettura. Walter Chari però trovò nella televisione la sua dimensione ideale, dove poteva riproporre i suoi sketch e anche improvvisare, soprattutto nella diretta. Partecipò a innumerevoli varietà, spettacoli, riviste, sempre ottenendo un enorme successo di pubblico. Monologhista, fantasioso, brillante, affabulatore, seppe sempre conquistare laplatea che gli stava davanti o a casa. Per molti anni fu considerato il comico più di successo italiano. Nellavitaprivata si rivelò un grande seduttore: gli furono attirbuiti flirt con Ava Garner, Elsa Martinelli, Mina, Delia Scala, Lucia Bosè, Maria Gabriella di Savoia. Si sposò – a Sydney – con la bellissima Alida Chelli, dalla quale ebbe un figlio, Simone. Dopo la separazione dalla Chelli, visse con Patrizia Caselli, dalla quale in seguito si separò. Il 20 dicembre fu trovato morto per infarto nel residence dove viveva. Morì solo, davanti alla televisione accesa. Era la notte tra il 20 e il 21 dicembre 1991. Un uomo che aveva affascinato e catturato donne e folle, ebbe così il suo congedo dalla vita, destino di tutte le persone speciali e geniali.
Lui non ha tenuto nascosti i suoi trascorsi e le sue idee come invece ha fatto qualcun altro vedi Dario Fò e/o Gunther Grass e molti altri ancora che risvoltata la camicia nera sotto avevano pronta quella di colore rosso.
Grazie…sei stato un grande,mio papà ti elogiava sempre…grazie per il tuo coraggio e per essere stato vicino a quei uomini che si sono marchiati per sempre di italianità agli occhi del mondo..
Grazie per essermi apparso all’improvviso durante il mio servizio nella stazione di Pescara..1982..
Grande.
Ciao Walter, quando comparivi tu il solo vederti metteva già il buonumore, la tua battuta sapeva sempre evidenziare la profondità delle cose quotidiane, che sembrano tanto banali e scontate, ma su cui tu ci inducevi a riflettere, col sorriso e con tanto garbo. Non ti sei perso niente Walter, dopo è stato sempre peggio. Oggi, nella nuova era giustizialista giacobina non ti saresti trovato a tuo agio e poi i “nuovi liberatori “ non ti avrebbero lasciato parlare. Oggi in Italia non si ride più, e i comici raccontano solo cattiverie, pallidi tigellini del potere. E allora dormi Walter, dormi, ci abbiamo provato a cambiare le cose, ma non ci siamo riusciti. Dormi.