Boldrini e le donne del Pd vogliono scrivere i copioni di Amadeus e censurare i rapper a Sanremo

19 Gen 2020 11:22 - di Vittoria Belmonte
Boldrini

Laura Boldrini e le donne di sinistra hanno una voglia matta di censura. Non resistono all’utilizzo del palcoscenico di Sanremo per la loro ridicola propaganda da #metoo all’amatriciana. Esigono le scuse del conduttore Amadeus per avere elogiato la riservatezza della fidanzata di Valentino Rossi. Vogliono escludere dalla gara il rapper Junior Cally per alcuni suoi testi sessisti.

Questo è a grandi linee il contenuto della lettera dell’intergruppo per le pari opportunità del Parlamento firmata da 29 deputate, tra cui spiccano e non poteva essere altrimenti figure come Laura Boldrini e Marianna Madia. Le donne del Pd hanno accolto con grandi applausi l’iniziativa.

Ad accorgersi che  Junior Cally come tutti i rapper del resto aveva fatto canzoni offensive per le donne è stata Laura Moschini, ricercatrice e cofondatrice dell’Osservatorio di genere della Università Roma Tre. Scandalizzata per questo passaggio di una canzone del 2017:  “Balla mezza nuda, dopo te la da. Si chiama Gioia, perché fa la tr*ia, sì, per la gioia di mamma e papà’. E ancora per altri testi pieni di insulti alle donne: ‘Questa non sa cosa dice. Porca tro*a, quanto ca**o chiacchiera? L’ho ammazzata, le ho strappato la borsa. C’ho rivestito la maschera’. ‘state buoni, a queste donne alzo minigonne’. ‘me la chi*vo di brutto mentre legge Nietzsche’. Ci scopi*mo Giusy Ferreri [la cantante ndr]; ‘lo sai che fotti*mo Greta Menchi [una influencer, ndr]; ‘lo sai voglio fott*re con la Canalis [la conduttrice ndr]’; ‘queste put**ne con le Lelly Kelly non sanno che fott*no con Junior Cally’.

Tale il repertorio. Lungi da noi difendere i toni così poco lirici di Junior Cally, che tra l’altro si presenta in gara con una canzone contro i populisti, No Grazie. Tuttavia non si può non vedere l’incoerenza delle donne di sinistra, capitanate da Laura Boldrini, che se la prendono con un testo di tre anni fa ma non dicono una parola su un’altra rapper, Miss Keta (pure lei va in scena con la maschera, tra l’altro) che nei suoi testi canta: “Toccami la gamba, passami la bamba, Jo sono la tua tro..”. Il che non è proprio il massimo della dignità femminile. Tra l’altro Miss Keta, che condurrà L’Altro festival, è stata preferita a Elisabetta Gregoraci, giudicata troppo di destra per via dell’ex marito Briatore. Ma quelle del Pd sempre zitte.

Un altro rapper, Salmo, fiutando l’aria di censura, ha intanto dato forfait. Salmo ha infatti annunciato due giorni fa la sua defezione via Instagram: ”Allora prima di farmi venire un aneurisma…io volevo ringraziare di cuore Amadeus e tutto lo staff di Sanremo che mi aveva invitato come super ospite della prima serata del festival ma non sarò presente al festival, non me la sento, mi sentirei a disagio. Vi ringrazio di cuore. Tra i due santi, Sanremo e San Siro scelgo san Siro. Quindi se volete venire a sentirmi nel posto giusto con la gente giusta venite a San Siro il 14 giugno”. Non si sa se Salmo è scappato per le polemiche sulle frasi di Amadeus o perché teme la censura delle erinni neofemministe.

Chi invece nelle provocazioni si trova a suo agio è il rapper Achille Lauro che si presenta a Sanremo con il brano “Me ne frego” che ha subito provocato mal di pancia diarroici agli isterici antifascisti. Intanto il management di Junior Cally ha risposto alle suffragette della sinistra fucsia. “In merito alle polemiche sui presunti contenuti sessisti dei testi di Junior Cally precisiamo che la posizione dell’artista è contro il sessismo, i passi avanti o indietro, e ovviamente – sembra banale dirlo, ma non lo è – contro la violenza sulle donne”. Bisogna mettersi daccordo: «O si accetta l’arte del rap, e probabilmente l’arte in generale, che deve essere libera di esprimersi, e si ride delle polemiche. Oppure si faccia del Festival di Sanremo un’ ipocrita vetrina del buonismo, lontana dalla realtà e succursale del Parlamento italiano». Ecco, la seconda ipotesi è proprio quella che piace alla Boldrini e alle donne del Pd.

Commenti

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  • giovanni vuolo 20 Gennaio 2020

    Sarebbe questa la seconda Repubblica? Assomiglia tanto ad un regime.