Coronavirus: la lunga notte della Costa Smeralda, tra disagi, fatalismo e gruppi di preghiera

31 Gen 2020 11:43 - di Sveva Ferri
costa smeralda

“Mezz’ora di controlli sanitari poi 3 ore di buco. Ci hanno lasciati da soli con poca comunicazione. Abbiamo saputo tramite i siti quello che in realtà stava accadendo”. Il disagio maggiore, però, secondo il passeggero è stato “esser stati tutto il giorno senza cabina, preoccupati per i 750 asiatici a bordo, loro con la mascherina“.

Sulla Costa Smeralda anche un gruppo di preghiera

Ha lamentato la scarsa informazione anche un altro gruppo di passeggeri della Costa Smeralda, senza però drammatizzare troppo la circostanza. Dunque, la notte non preventivata in nave, tutto sommato, è passata con una certa ansia, ma senza troppi disagi. E c’è stato pure chi, tra chi è rimasto a bordo, si è affidato alla Madonna, organizzando gruppi di preghiera, come riferito da una passeggera nel corso della trasmissione Storie italiane di Eleonora Daniele su Rai 1. “Non avevamo informazioni, ci chiamavano i parenti da casa preoccupati, mentre noi eravamo tranquilli a bordo”, hanno riferito. “Ai gruppi che per primi sarebbero dovuti scendere ieri hanno fatto compilare un foglio per scaricare le responsabilità in caso fossero sbarcati prima degli esiti dei test medici. Poi abbiamo saputo intorno alle 19 che il sindaco si era opposto a farci lasciare la nave, ma noi non abbiamo avuto paura. Siamo stati trattati benissimo”.

Il coraggio del sindaco di Civitavecchia

Qualche disagio in più, invece, sembra averlo vissuto chi ha voluto lasciare la nave appena arrivato il via libera a scendere. “Siamo scesi alle 23,15, dopo una giornata intensa e pesante, più che altro per lo spavento, visto che poi si è rivelata la solita commedia all’italiana”, ha commentato Giuseppe, prendendosela con il sindaco di Civitavecchia, Ernesto Tedesco, che aveva deciso di opporsi allo sbarco. Una decisione coraggiosa, presa in via precauzionale, in attesa che fossero fugati tutti i dubbi sulla natura del virus. Già nella mattinata di ieri, infatti, il primo cittadino aveva mandato una Pec alle autorità competenti, chiarendo che non avrebbe messo a rischio la salute dei suoi concittadini e che avrebbe dato il via libera allo sbarco solo dopo il benestare dello Spallanzani.

 

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • maurizio pinna 31 Gennaio 2020

    Ho sufficiente esperienza di DIFESA nucleare, chimica e biologica, per essere, purtroppo, conscio che al peggio non c’è mai fine, per cui ad un virus cotanto battagliero il Paese antepone una leadership di anarco-comunisti & pretastri che anche nei momenti di massima gravità anteporrà il buonismo opportunista alla oculata e saggia prevenzione. Ecco allora la nave da crociera su cui non si possono tenere SEQUESTRATI ( vocabolo mutuato dai veterani di clean hands) tanti pacifici turisti (anche se potrebbero essere contagiati) e poi il continuo arrivo dei traghettati, perché i santi energumeni non possono essere contagiati e se anche lo fossero non si possono tenere SEQUESTRATI. Insomma sarà un succedersi continuo di VIOLENZE nei confronti del Popolo a cui i compagni sono sempre stati abituati. Il tutto sotto l’occhio sornione dei badogliani, che dai piani alti sosterranno compiaciuti le imprese dei loro eroi.