Da Vauro, odiatore incallito, l’ultima vignetta contro Salvini associato ai mafiosi. Social straniti: che c’azzecca?
Vauro stavolta ha davvero esagerato. Sia per il veleno dell’affronto postato. Sia per l’incongruenza di quanto disegnato con quello su cui avrebbe voluto satireggiare. Il vignettista, nel suo ultimo disegno per Il Fatto Quotidiano, associa Matteo Salvini a un blitz anti-mafia. Doppiamente offensivo: nei giorni in cui il Tar conferma la revoca della scorta al Capitano Ultimo, il disegnatore satirico firma un affondo di cui le cosche possono bearsi dei dissidi e delle offese che sanciscono un indebolimento interno del fronte popolato da chi la mafia l’ha combattuta e da angoli e ruoli diversi…
Vauro firma l’ennesimo attacco (fuori luogo) contro Salvini
E così, si allunga a dismisura la lista delle vignette di Vauro Senesi contro il leader della Lega. Un attacco sistematico e frontale, quello sferrato quotidianamente dal vignettista armato di matita. Il quale, dalla trincea dei suoi spazi editoriali sembra combattere una sua personale guerra contro il numero uno del Carroccio. Ancora una volta oggi, il disegnatore militante schierato all’estrema sinistra ha pensato “bene” di far pubblicare per l’edizione de Il Fatto Quotidiano odierna una vignetta in cui ironizzando su Salvini e sui richiami alle divise delle forze dell’ordine spesso indossate nei giorni del suo mandato al Viminale, è associato al maxi blitz anti-mafia chje Ros e GdF hanno condotto in Sicilia, infierendo su boss e clan dei Monti Nebrodi. Come noto nel blitz sono finiti in manette, tra custodia cautelare in carcere e arresti domiciliari, ben 94 esponenti delle famiglie mafiose della zona. con relativo sequestro di oltre 150 imprese, conti correnti, affari finanziari. Ma la domanda sorge spontanea: cosa c’entra Salvini con i clan dei Batanesi e dei Tortoriciani e i loro giri milionari finiti nell’inchiesta?
Ma che c’azzecca Salvini, direbbe qualcuno, con l’inchiesta contro i clan mafiosi?
Cosa c’entra il capo politico della Lega con il sodalizio criminale stipulato in nome di accordi mafiosi tra imprenditori e amministratori locali finiti nel mirino dell’inchiesta culminata nel blitz di ieri? Cosa c’entra Salvini con le accuse di associazione mafiosa, estorsione, falso e truffa, imputate ai fermati e agli inquisiti al centro dell’inchiesta della Procura di Messina guidata da Maurizio De Lucia? Un bel niente. Ma Vauro, pur di associare l’ex ministro dell’Interno a qualunque infamia ce lo fa entrare a forza, con disegni e didascalie. E così, con la scusa della pseudo-dedica della vignetta pubblicata dal Fatto, il vignettista traccia sul foglio bianco due porte di due celle attigue, dietro le quali si fanno sentire le voci di due detenuti appena arrestati per implicazioni mafiose. Uno di loro esordisce: «Bei tempi quando al ministro dell’Interno bastavano i selfie con il giaccone della Polizia…”. E l’altro, parafrasando e sbeffeggiando uno dei mantra tipici del leader leghista, gli risponde: «È finita la pacchia!».
Il doppio intento di Vauro. La reazione degli utenti social
E con l’impeto di un commerciante che punta al rialzo, con una vignetta si aggiudica due operazioni. Con la prima, esalta l’operato della Lamorgese. Con la seconda, continua a denigrare quanto fatto, o non fatto a detta di Vauro, dal predecessore della ministra al sogno Viminale. Ma gli utenti social non sono poi così ingenui: e in queste ore sono in molti a chiedersi e a postare: ma che c’entrano il successo dell’inchiesta e del blitz con la Lamorgese? E, soprattutto, che c’entra tutto questo – vignetta in testa a tutto – con Salvini?…
Sotto, la vignetta di Vauro per Il Fatto postata sulla sua pagina Facebook
Anche per questo caso c’è solo da sperare che intervenendo sul DNA si riesca a sradicare il gene dell’odio,