Derby, infamia contro Zaniolo: “Zoppo de Roma”. La figlia di Rocca: “Mi fate schifo”
“Zaniolo come Rocca… Zoppo de Roma“. E’ lo striscione infame accompagnato dall’immagine di una carrozzina: è apparsa nella notte di fronte al centro sportivo Fulvio Bernardini di Trigoria dove si allena la Roma. Uno striscione prontamente rimosso dagli addetti ai lavori che arriva a poche ore dall’atteso derby della Capitale: che domenica alle 18 vedrà all’Olimpico di fronte Roma e Lazio. Il “gentile” messaggio è stato lasciato da ultras della Lazio davanti ai cancelli del quartier generale giallorosso. Un altro attacco, dopo i ripetuti cori della Curva Nord “Zaniolo salta con noi”: all’indirizzo del giovane della Roma infortunatosi al legamento crociato.
Zaniolo, le parole di Chiara Rocca
Qui non siamo a una semplice contrapposizione tra due tifoserie. Siamo di fronte una cattiveria sintomo di una società in parte malata, che ama fare del male. Che getta nel fango valori sportivi, lealtà, simpatia umana verso una ragazzo giovanissimo. Vittima di un destino cinico e baro che segnerà la sua carriera. Non è un bel biglietto da visita per mettersi davanti alla tv per godere di una partita molto attesa in città, come sempre. Non c’è da aggiungere altro, l’episodio qualifica chi lo ha ideato e compiuto. Molto meglio leggere le parole feroci di Chiara Rocca, figlia di Francesco, fortissimo terzino della Roma a cui un infortunio stroncò la carriera. Un giocatore rimasto nei cuori giallorossi, chiamato in causa dallo striscione.
“Mi fate schifo non come laziali ma come esseri umani”
Chiara Rocca ha scritto: “Vi sentite meglio adesso? Vi sentite più forti, più grandi, più intelligenti? Buon per voi. A me fate schifo invece. E mi fate schifo non in quanto laziali ma in quanto esseri umani. Individui con cui purtroppo condivido l’appartenenza alla specie. Non si tratta di Roma e Lazio, quello che è stato scritto stanotte fuori Trigoria va ben oltre. È la prova senza eguali di quanto sia malata la società di oggi che riesce a trasformare anche un gioco bello come il calcio in un luogo malato”.
Il calvario vissuto da Francesco Rocca è ancora presente nel cuore della figlia. augurare al giovane Niccolò Zaniolo una cosa analoga non è uno sfottò, è malvagità. “Probabilmente chi ha scritto una cosa del genere non ha idea del calvario legato a un infortunio. Non ha idea di quello che ha passato mio padre, portandosi dietro gli strascichi per sempre e di quello che, mi auguro in maniera inferiore, sta passando Nicoló Zaniolo”.
Prosegue Chiara Rocca: “Prendersela con chi, per cause esterne, si è ritrovato in passato e con chi si ritrova oggi in una situazione di difficoltà fisica è un gesto da vigliacchi. Un infortunio subito da giovanissimi, come è accaduto a mio padre e a Nicoló Zaniolo, è un segno indelebile su cui nessuno si deve azzardare a mettere bocca. Nicoló Zaniolo si riprenderà: noi tutti, mio padre in primis essendoci passato, glielo auguriamo con tutto il cuore e gli siamo vicini. Mio padre, dal canto suo, è una persona meravigliosa, un guerriero che voi non avete neanche idea, pure se “zoppo” come lo definite voi. Quindi concludo dicendo sciacquatevi la bocca e vergognatevi da adesso all’eternità”.