Di Maio, pur di non rinunciare al potere, lancia una nuova Carta dei valori
Tutto scorre. Ma non è Eraclito, è Di Maio. Che passeggiando nei corridoi della Farnesina deve essere venuto a sapere di quella storia che tutto s’aggiorna, che niente resta immutato. Una folgorazione. Che quindi gli fa decidere un cambio di passo. Per salvaguardare se stesso e i suoi sodali dall’eterno divenire. Il Movimento fondato da Beppe Grillo, è la notizia che Giggino ci regala dal tour calabrese, avrà una “nuova Carta dei valori“. Addirittura la “metterà in piedi“, spiega, senza però dirci se poi la nuova “Carta” riuscirà a camminare da sola o avrà necessità di sostegno. Si vedrà. Quel che ci sembra persino rivoluzionario è che la novità andrà chiaramente a stravolgere (capovolgere?) i pilastri su cui i Pentastellati sono nati. Per dire: cosa ne sarà del famoso “uno vale uno“? E dell’altrettanto sconvolgente “nessuno resti indietro“? E che fine farà il celeberrimo “onestà, onestà“? Il dubbio, in attesa di questa carta deambulante, s’insinua. Anche perchè rispetto ai tanti slogan distribuiti nelle piazze del Vaffanculo che fu, già qualcosa è stato accantonato. Ad esempio il letale “no ai soliti noti” che aprì, nella sua Genova, uno dei Vaffa più rumorosi del comico. Tant’è che adesso coi “soliti noti” al governo ci stanno d’amore e d’accordo.
Le innovazioni di Di Maio
Chissà perciò quali innovazioni predisporranno Di Maio e soci. Siamo parecchio curiosi. Magari scopriremo che “uno vale quanto pesa“. Oppure “quanto mangia“. O “quanto guadagna“. O forse “quanto appare” essendo del tutto improbabile che possa valere per “quanto dorme“. Stesso dicasi per quel perentorio “nessuno resti indietro“. Eliminato dal novero delle possibilità il truce “indietro non si torna“, i grillini potrebbero quindi affermare che “indietro non c’è nessuno“. Anche perchè l’eventuale “nessuno dietro di noi” potrebbe ingenerare equivoci pecorecci. Resterebbe in piedi il vecchio “onestà, onestà“, difficile da sostituire. Chissà, magari semplicemente casseranno lo slogan. In silenzio. Dimostrando così ai loro nuovi alleati quella affidabilità che una siffatta parola d’ordine rende difficile. Tanto, tutto scorre.