Frattini rende giustizia a Capitano Ultimo e gli restituisce la scorta dal Consiglio di Stato

24 Gen 2020 9:47 - di Redazione

Finalmente un atto di giustizia per Capitano Ultimo. Con una decisione monocratica in Consiglio di Stato il presidente Franco Frattini ha sospeso l’esecutività della pronuncia del Tar che aveva revocato la scorta a Sergio De Caprio, che “deve essere garantito” un livello di protezione per il militare che arrestò Totò Riina.

Ora l’auspicio è che cessi questo ostruzionismo nei confronti di un carabiniere valoroso. E sarebbe utile una fine del contenzioso che vedrà la discussione di merito proseguire il 20 febbraio in vista delle decisione definitiva collegiale.

Le minacce a Capitano Ultimo

E’ importante anche comprendere il motivo della decisione presa ieri sera dal Consiglio di Stato. In pratica si è posta l’attenzione su uno dei recenti episodi di intimidazione nei confronti di De Caprio. Una busta con un  messaggio minatorio recapitata presso un volontario della associazione “Volontari Capitano Ultimo onlus”. Anche il Tar Lazio aveva ritenuto “rilevante” il fatto, disponendo una relazione da cui risulta che le indagini sono in corso.

Ora toccherà alla sede cautelare collegiale. E’ lì che si “dovrà in modo approfondito chiarire se, allo stato attuale delle indagini su detto episodio che lo stesso Tar ha ritenuto rilevante, sia possibile escludersi il possibile compimento di azioni criminose in danno dell’appellante. E cioè negare che la situazione di possibile esposizione sussista”.

“Il Viminale garantisca la scorta”

Il decreto di Palazzo Spada ha pertanto ritenuto che il ministero dell’Interno, “nell’auspicio che un esito ragionevolmente affidabile possa emergere da tale indagine”, debba “cautelarmente conservare il dispositivo di protezione quanto meno fino alla discussione cautelare collegiale, in contraddittorio tra le parti”.

L’ideale sarebbe una ricomposizione del conflitto giudiziario sulla scorta al Capitano Ultimo, che ogni buon italiano vorrebbe idealmente proteggere. Ed è incomprensibile che si possa sottovalutare l’allarme attorno ad una figura così importante, anche dal punto di vista simbolico, per la lotta al crimine organizzato.

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