Il coronavirus continua a uccidere: il virologo Giuseppe Visco spiega al “Secolo” come e perché
Il coronavirus fa paura. Tanta. E non solo in Cina, dove ormai comunque sono già 830 i casi accertati e oltre mille quelli sospetti. In nove città cinesi le autorità hanno bloccato i trasporti. Una nostra connazionale veneziana di 24 anni, che è li per studiare, è bloccata in quarantena all’interno del College nella città di Wuhan, dove in una settimana vogliono costruire un altro ospedale. Disneyland Shanghai chiude per salvaguardare la salute dei suoi ospiti. Noi non possiamo voltare la faccia e far finta di niente. Nemmeno ci faremo prendere dal panico. Ma vogliamo essere giustamente informati per prevenire qualsiasi eventualità. Così ci siamo rivolti ad uno dei massimi esperti del Paese, il Professor Giuseppe Visco, docente di Malattie Infettive all’Università di Tor Vergata, già Primario Infettivologo all’Istituto Nazionale per le Malattie Infettive L. Spallanzani IRCCS – Roma.
Coronavirus: sull’emergenza
A che livello siamo dell’emergenza del virus che arriva da Wuhan?
In Italia non siamo ancora in pericolo. Il problema è che questa pandemia è scoppiata all’inizio del 2012 in Cina e dopo è andata diffondendosi in Giappone fino ad arrivare negli Stati Uniti alla fine dello scorso anno. Non c’è niente di particolare rispetto ad altre pandemie che ci sono state. L’unica differenza che stavolta la Cina sta studiando a fondo il problema e quindi hanno identificato il virus, hanno visto che si tratta di coronavirus. Ne hanno identificati due o tre tipi diversi, ma soprattutto si sono accorti che i portatori sono i pipistrelli. In questo caso sembra che il virus da un pipistrello abbia infettato un serpente, che a sua volta sia riuscito attraverso una ricombinazione ad essere trasmesso all’uomo. Le persone trasmettono l’una all’altra l’infezione attraverso le goccioline della tosse. In pratica si determina una rinofaringite e con la tosse irritativa della gola si trasmettono delle goccioline di saliva che contengono appunto il virus.
Coronavirus, all’origine dell’epidemia
L’origine primaria è sempre quella degli animali?
In Cina è stato trovato nei pipistrelli, nei dromedari e nello zibetto. Sicuramente i coronavirus sono trasmessi dagli animali. I cinesi sono stati molto bravi hanno fatto l’analisi genomica di questi virus ed hanno identificato il tragitto che ha fatto nei vari posti e poi ha anche tracciato il percorso che ha fatto fuori dalla Cina. In Italia però adesso non ci sono casi. Ma fanno bene a fare dei controlli serrati perchè uno di questi coronavirus è suino, non ha dato vittime umane però ha fatto strage di maiali negli Usa, in Africa e nel Medio Oriente, con gravissime ripercussioni economiche per queste società. Per questo virus, per cui hanno sequestrato ieri a Padova delle carni nascoste in arrivo dalla frontiera, casi umani non ce ne sono stati ancora, però ci sono virus simili che sono altri coronavirus più o meno della stessa famiglia che invece hanno dato migliaia di casi fino ad ora.
Coronavirus, rischio catastrofe?
Secondo lei c’è qualcosa che si può fare per anticipare una catastrofe? Per esempio, andrebbe costituita una unità di crisi o no?
Per l’Italia è ancora presto perchè ancora non c’è un vaccino e non c’è una terapia, quindi è prematuro organizzarle per non utilizzarle. Ma bisognerebbe piuttosto irrigidire le norme igieniche. Questo è importante: controllare alla frontiera e controllare l’igiene dei posti che sono più colpiti, per esempio le residenze degli anziani, dove va a finire probabilmente la bottiglia contaminata. Così come gli ospedali. Questo è capitato fuori dall’Italia. Da noi non è ancora successo, ma irrigidire le norme igienico-sanitarie preventive. E i medici devono studiare bene i primi sintomi di un’influenza per isolare la persona e tenerla lontana dagli altri appartenenti alla famiglia. Queste sono le due cose che si possono fare.Stanno lavorando per elaborare un vaccino?In Cina ci stanno lavorando. Non sono ancora riusciti a realizzarlo, ma probabilmente ci riusciranno.
Coronavirus, l’Iss
Secondo lei l’Istituto Superiore di Sanità dovrebbe trasmettere ogni tanto un bollettino per tranquillizzare la popolazione su questa e altre pandemie che possono coinvolgere il nostro Paese?
Sarebbe utile, non è indispensabile. Forse un po eccessivo, ma se non costa molto si potrebbe anche fare. E’ importante anche che la stampa dia notizie chiare.