In economia la ricchezza è importante, ma bisogna capire com’è distribuita
Riceviamo e pubblichiamo.
Quando si parla dell’andamento economico di un Paese ci si concentra sul famoso PIL, il prodotto interno lordo, una variabile economica nota a tutti che misura il valore dei beni e dei servizi prodotti in un Paese in un determinato periodo di tempo. Chi si occupa di politica, l’opinione pubblica e per molti aspetti anche gli addetti ai lavori focalizzano l’attenzione su questo valore aggregato che, come tutti i valori aggregati spiegano poco, molto poco, su come realmente va un’economia.
Focalizzare l’attenzione quanta ricchezza viene prodotta è il modo migliore per non entrare nel merito di come la ricchezza viene distribuita, variabile che, a ben vedere impatta molto di più sulla vita di ognuno di noi. Una dimenticanza casuale, no. E’ un problema ideologico, ovvero il problema fondamentale di chi considera la distribuzione qualcosa della quale non ci si deve interessare perché in fin dei conti tutto è regolato dal mercato.
I dati di Eurostat
In questo contesto i dati pubblicati da Eurostat sul divario tra ricchi e poveri in Italia passano quasi inosservati. Cosa ci raccontano questi dati? Ci raccontano un Paese nei quali i ricchi guadagnano sempre di più ed i poveri guadagnano sempre di meno. Le statistiche in altri termini prendono in considerazione il reddito e non il patrimonio. Prendendo in considerazione il Patrimonio il divario aumenterebbe in modo spropositato come è facile intuire. Tornando ai dati Eurostat sul nostro Paese nel 2018 il 20% dei cittadini più ricchi guadagnano 6,09 volte quello che guadagnno il 20% dei cittadini più poveri. Nel 2017 questo rapporto era pari a 5,94.
In questa particolare classifica l’Italia è il peggior Paese tra le grandi economie dell’UE. In Spagna il rapporto è pari a 6,04 nel Regno Unito è pari al 5,95, in Germania è pari al 5,07 in Francia al 4,23. Se poi ci mettiamo ad analizzare come varia quest’indice all’interno del nostro Paese scopriamo che la provincia dove il rapporto è più basso è quella di Bolzano che, guarda il caso, è quella che ha il PIL pro capite più alto la maggiore vivacità economica.
La ricchezza si concentra nella mani di pochi
Esiste, in altri termini, un’evidente correlazione tra distribuzione e la crescita, dove la ricchezza si polarizza nelle mani di pochi la crescita è più difficile perché manca domanda interna. Non porre il problema della distribuzione del reddito al centro del dibattito politico di questo Paese vuol dire condannarlo ad un’economia simile a quelle sud americane, un’economia non equa e soprattutto un economia non forte. Esiste un modo per misurare come il reddito viene distribuito, si chiama “Coefficinete di Gini” fu inventato da uno statistico italiano.
Qualcuno ne parla sui giornali? Sapete come è cambiato negli ultimi anni? Sapete che effetto ha avuto la crisi economica iniziata nel 2008 su questo coefficiente? Pensate sia una cosa per addetti ai lavori o per appassionati di economia? Niente affatto, è un indicatore che ci aiuta, molto più del PIL a capire come vanno le cose e quali sono gli effetti della politica economica di un governo. E’ un indicatore che ci aiuta a scegliere in modo più consapevole e quindi a far funzionare meglio la nostra democrazia.
bellissimo articolo, complimenti.
Questo è il principe di tutti i problemi, la sperequazione (in aumento!!!!) della distribuzione della ricchezza che mina profondamente, fino alle fondamenta “la Civiltaà Occidentale” e la pace sociale.
Chi riuscirà, sul serio ad invertire quest’andamento governerà l’Italia per 30anni (e più).
Suggerimenti, riscopriamo la valenza della Destra in particolare della Destra Sociale.