Iran: violente manifestazioni, la polizia spara. E D’Alema “giustifica” la bomba nucleare di Teheran

12 Gen 2020 17:40 - di Antonio Pannullo
iran fiori

L’Iran è ancora in subbuglio. Nuove proteste di piazza a Teheran dopo l’abbattimento dell’aereo delle linee ucraine all’alba di mercoledì. Centinaia di persone si sono riunite presso le università Shahid Beheshti e Allameh Tabatabai dove si sono tenute anche cerimonie di commemorazione delle vittime del disastro. Molti manifestanti, riferisce l’Isna, hanno chiesto le dimissioni dei responsabili dell’abbattimento dell’aereo civile. La polizia ha anche sparato, non si sa se vi siano vittime.

Iran, fermato l’ambasciatore britannico

L’ambasciatore britannico in Iran, Rob Macaire, è stato fermasto dalle autorità iraniane. L’ambasciatore ha assicurato che nel momento in cui lo hanno fermato con l’accusa di “fomentare una protesta” si stava limitando a prendere parte ad una veglia per le vittime del disastro aereo. “Grazie per i messaggi”, ha scritto oggi su Twitter il diplomatico. “Posso confermare che non stavo partecipando ad alcuna protesta. Sono stato ad un evento descritto come una veglia per le vittime del volo PS752”. Il diplomatico ha spiegato di aver considerato normale andare di persona a rendere omaggio alla memoria delle vittime tra le quali figurano tre cittadini britannici. Ma ha voluto precisare di aver lasciato il posto dopo cinque minuti, quando alcuni hanno iniziato ad intonare canti. “Dopo aver lasciato la zona sono stato fermato e trattenuto per mezzora”, ha scritto. E ha ricordato che “l’arresto di personale diplomatico è illegale in tutti i Paesi. Macaire ha quindi rimandato alla nota di protesta del ministro degli Esteri britannico Dominic Raab, che ha denunciato una “flagrante violazione del diritto internazionale”.

L’ambasciatore convocato al ministero degli Esteri di Teheran

L’Iran però insiste. Il ministero degli Esteri di Teheran ha convocato l’ambasciatore britannico per accusarlo di aver preso parte ad una “dimostrazione illegale” a Teheran. La partecipazione di Macaire non aveva nulla a che vedere con il suo ruolo di rappresentante britannico ed ha contravvenuto alle norme diplomatiche, ha sottolineato il ministero. Oggi davanti all’ambasciata britannica si sono svolte manifestazioni di protesta. Alcuni dimostranti hanno bruciato bandiere britanniche e chiesto l’espulsione di Macaire dal Paese.

D’Alema fa confusione sulla geografia

E Massimo D’Alema sembra quasi giustificare l’atomica iraniana. Sul fatto che Teheran voglia l’arma nucleare “si dimentica che è un grande Paese che si sente circondato da potenze nucleari. Dal loro punto di vista la loro pretesa non è così assurda, se vogliamo convincerli a rinunciare all’arma nucleare dobbiamo portare argomenti persuasivi”. “Magari – spiega – all’Iran può vedere riconosciuto il suo ruolo” nella regione “rinunciando a essere potenza militare di tipo nucleare”. Per l’ex premier insomma “ci vuole anche la carota, non solo la minaccia, altrimenti si fa solo la politica della prepotenza”. “L’Iran vuole essere al tavolo della soluzione dei conflitto, si sente garante delle comunità sciite che vivono nella regione”. “Io – spiega – fatico a pensare che l’Iran sia la minaccia”. Rimane il mistero di quali siano queste “potenze nucleari” che circondano l’Iran. Iraq, Turkmenistan, Turchia, Armenia. Azerbaigian e Afghanistan certo non hanno la bomba atomica. Forse la ha il Pakistan, tra gli Stati confinanti, quindi non si capisce da quali potenze nucleari l’Iran sia circondato, dato che con Israele non confina…

L’appello di Trump all’Iran

“Non uccidete i vostri manifestanti”. Donald Trump torna su Twitter per schierarsi a fianco dei manifestanti iraniani in un messaggio indirizzato ai leader dell’Iran. “Migliaia di persone le avete già uccise o incarcerate e il mondo sta guardando. Ancora più importante, gli Stati Uniti stanno guardando. Ripristinate le connessioni Internet e lasciate che i giornalisti navighino gratis. Non uccidete il vostro grande popolo iraniano”, ha twittato il presidente degli Stati Uniti.

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