Jolanda di Savoia, lo “schiaffo” di Bonaccini costerà caro al Centrosinistra in Emilia Romagna

22 Gen 2020 19:06 - di Redazione
JOLANDA DI SAVOIA - LUCIA BERGONZONI

Uno “scippo” di tre dipendenti – dati precedentemente “in prestito” al Comune di Jolanda di Savoia – come gesto di ritorsione per la candidatura della vice sindaco, Elisa Trombin, nella lista civica di Lucia Borgonzoni.

E’ lo sgarbo istituzionale, per qualcuno una vera e propria rappresaglia, compiuta da tre amministrazioni vicine al Pd contro l’amministrazione di Jolanda di Savoia. Alla quale i tre Comuni a trazione Pd hanno revocato l’accordo di collaborazione.

Quando oramai mancano tre giorni alle delicatissime elezioni regionali in Emilia-Romagna, si infiamma il caso del piccolo Comune del ferrarese di Jolanda di Savoia. Un caso imbarazzante per la sinistra. E per Bonaccini in particolare. Deflagrato a inizio settimana.

La candidata del centrodestra, la leghista Lucia Borgonzoni, e il segretario del Carroccio, Matteo Salvini, accusano le tre amministrazioni vicine al Pd di aver revocato l’accordo di collaborazione con il Comune di Jolanda di Savoia. Accordo che, appunto, prevedeva il “prestito” dei tre dipendenti. Prestito ora bruscamente revocato.

«Valuterà l’autorità se le due cose sono collegate – dice la vicesindaco Trombin, interpellata dall’AdnKronos – ma, di fatto», dopo la candidatura nella lista di Borgonzoni «nel mio Comune sono venute a mancare tre figure di dipendenti che erano condivisi con altri Comuni. Revocati o negati. Noi abbiamo solo otto dipendenti . E per alcuni servizi, a volte, condividiamo dipendenti con altri Comuni».

A revocare i dipendenti al Comune di Jolanda di Savoia – spiega Trombin – «sono stati i Comuni di Riva del Po, l’Unione Terre e Fiumi e Comacchio».

A Riva del Po governa il sindaco Andrea Zamboni. Esponente della lista civica di centro-sinistra “Insieme per Riva del Po“.
L’Unione Terre e Fiumi è governata da tre sindaci, due su tre appartenenti all’area del centrosinistra: Zamboni di Riva del Po, Laura Perelli, sindaca di Tresignana, che è stata eletta con la lista “Tresignana prima di tutto” in cui prevale il Centrosinistra e Fabrizio Pagnoni, sindaco di Copparo, eletto dal Centrodestra.

C’è, infine, il sindaco di Comacchio, Marco Fabbri.
Ex-grillino, espulso dal Movimento nel 2014, corre nelle lista del Pd per le regionali.

«La mancanza di questi dipendenti – lamenta Trombin – per il nostro Comune ha determinato un disagio che affronteremo e risolveremo. Ma oggi c’è un problema».

Ieri, infatti, il sindaco di Jolanda di Savoia, Paolo Pezzolato, ha presentato un esposto ai carabinieri.

«Ho ritenuto doveroso, nella mia funzione di sindaco – ha scritto sulla sua pagina Facebook – segnalare all’autorità giudiziaria una serie di comportamenti e di anomalie che ho rilevato in quest’ultimo periodo. Perché possano essere vagliati da chi ne ha gli strumenti». Cioè la magistratura.

In serata è arrivata anche la dichiarazione di Matteo Salvini.
«Il sindaco di Jolanda di Savoia, in provincia di Ferrara, si è presentato dai carabinieri ed è disponibile a diffondere l’audio di una telefonata di Bonaccini. Dopo la candidatura della vicesindaco di Jolanda di Savoia con Lucia Borgonzoni, il Comune ha perso tre dipendenti perché alcuni amministratori del Pd non hanno rinnovato una convenzione».«

«Il sindaco ha agito con senso del dovere e trasparenza  – commenta Trombin – e ha già detto che, se Bonaccini l’autorizza, divulga l’audio di una telefonata tra lui e il presidente della Regione». Un’audio, allegato all’esposto, che dura circa 2 minuti e mezzo. E nel quale si sentirebbe Bonaccini pronunciare una frase clamorosamente intimidatoria: «Se vinco io, tu e il tuo Comune siete finiti». L’irritazione del governatore, durante la chiacchierata con il sindaco di Jolanda di Savoia, sarebbe stata dovuta alla decisione del vice-sindaco Elisa Trombin. di candidarsi con Bergonzoni anziché con Bonaccini. Che, inizialmente, le aveva offerto, a ottobre, una candidatura nella lista civica di appoggio. Candidatura poi rifiutata da Elisa Trombin.

«Non possiamo pubblicare una conversazione privata senza il consenso dell’altra parte – spiega l’avvocato Gabriele Bordoni – Se Bonaccini dovesse darne il consenso, la divulgheremo immediatamente».
D’altra parte sarebbe altrettanto imbarazzante se Bonaccini avesse qualcosa da nascondere. E ne rifiutasse la divulgazione.

Ieri Bonaccini ha risposto sull’argomento a Borgonzoni, durante il faccia a faccia a “Il Resto del Carlino“.

«E’ un’accusa gravissima. Stiamo scherzando o stiamo parlando di cose serie? – ha tuonato Bonaccini – Stiamo parlando di un Comune con pochissime migliaia di abitanti. Che ospita la più grande azienda agricola italiana. Ho sentito il sindaco pochi giorni fa. Mi ha raccontato che un’Unione di Comuni, da un lato, e il Comune di Comacchio, dall’altro, avrebbe tolto due dipendenti comunali a comando che sono voluti tornare a lavorare nei loro Comuni. Cosa c’entra la Regione rispetto a questioni che riguardano agli enti locali?».
E ancora: «E’ surreale che si debba piegare una discussione sul futuro dell’Emilia-Romagna per un Comune da 3.000 abitanti. Se c’è un esposto, chi sarà chiamato ne risponderà».

«Mi sono sentita molto offesa da ciò che ha affermato ieri il presidente della Regione, Stefano Bonaccini – ha replicato Elisa Trombin – La Regione è fatta di Comuni. E quelli piccoli sono quelli che tengono vivo il tessuto sociale del territorio e delle campagne».

Lo “schiaffo” a Jolanda di Savoia rischia di costare caro a Bonaccini. Tremila voti sono circa l’1 per cento, visto che gli aventi diritto al voto in Emilia Romagna sono circa 3 milioni e mezzo. Ma, c’è da chiedersi: con quanti altri Comuni Bonaccini ha fatto la stessa cosa?

 

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