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Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in aula alla Camera durante le comunicazioni sull’amministrazione della giustizia, Roma, 28 gennaio 2020. ANSA/ANGELO CARCONI
Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede in aula alla Camera durante le comunicazioni sull’amministrazione della giustizia, Roma, 28 gennaio 2020. ANSA/ANGELO CARCONI

La maggioranza scappa sulla prescrizione. I deputati hanno paura della vendetta togata

Politica - di Francesco Storace - 28 Gennaio 2020 - AGGIORNATO 29 Gennaio 2020 alle 13:01

E’ vero: ci vuole coraggio a combattere la demagogia. Ma se la politica vuole ancora chiamarsi così, se una cosa è sbagliata la si toglie di mezzo. Anche perché sono sbagliate pure le modalità della riforma antiprescrizione. Bonafede aveva promesso alla maggioranza di allora – quella gialloverde – che sarebbe entrata una riforma del codice per accelerare i processi. Non è accaduto nulla, invece, e i processi diventano infiniti, con gli imputati appesi a vita. Persino quelli innocenti, che non potranno essere certo salvati dal cosiddetto lodo Conte, ancora più incostituzionale. Se per Costituzione gli imputati sono innocenti fino al terzo grado di giustizia, saranno difficilmente distinguibili le posizioni di assolti e condannati.

La figura più brutta la colleziona il Partito Democratico, che a parole alza la voce e nei fatti si squaglia. Di fronte ad un Guardasigilli che non si rende conto del guaio che ha combinato al buon andamento della giustizia, Zingaretti e soci si accontentano del rinvio in commissione. Come se poi comunque non si debba decidere nel merito. E se non c’è stato un accordo finora – e sono mesi – il rischio è di un’intesa pasticciata per superare le prossime due settimane prima di tornare nell’aula di Montecitorio.

Sarebbe bastato, come hanno ricordato al Pd i “cugini” renziani, (anche se si sono astenuti oggi) che quella riforma loro non l’hanno votata e rispedire al mittente le velleità  giustizialiste di Bonafede.

Sulla prescrizione vince don Abbondio

Ma se il coraggio non c’è, si diceva al tempo di Don Abbondio…

L’Aula della Camera ha quindi alzato la manina fischiettando per aria e ha inviato in commissione giustizia una materia che è diventata esplosiva. Lo è soprattutto per il governo perché rischia di farsi male. Quindi si preferisce una ridicola pausa per non affrontare il problema una volta per tutte. Intanto, tra gli addetti ai lavori, a partire dai penalisti, c’è rabbia, perché governare un settore così delicato a colpi di autentica incoscienza è davvero folle. La prescrizione è un istituto che serve a garantire un giusto processo. E c’è anche chi ci rinuncia. Ma che debba sparire senza alcun correttivo alle norme in vigore è davvero un fuor d’opera che si rischia di pagare duramente in futuro. La paura della vendetta in toga trionfa.

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28 Gennaio 2020 - AGGIORNATO 29 Gennaio 2020 alle 13:01