L’omaggio a Giampaolo Pansa, “cronista d’Italia”. «Giornalista libero e scomodo»

13 Gen 2020 15:21 - di Redazione
Pansa

Dalla politica alla cultura è trasversale e unanime l’omaggio a Giampaolo Pansa, morto ieri a Roma all’età di 84 anni. Tra i messaggi di saluto a uno dei massimi esponenti del giornalismo italiano, cronista  coraggioso e controcorente, anche quello del capo dello Stato.

L’omaggio di Mattarella a Giampaolo Pansa

«È stato un intellettuale dai caratteri assolutamente originali. Il suo talento, la sua autonomia di giudizio ne hanno fatto un protagonista indiscusso del giornalismo contemporaneo», scrive il presidente Mattarella– «Con la sua libertà di espressione e di critica. La sua raffinata interpretazione dei fatti. La sua scomparsa lascia un vuoto difficilmente colmabile nel dibattito del nostro Paese». Maestro di tanti giornalisti – continua il capo dello Stato – ha arricchito lo stesso vocabolario della politica di definizioni fulminanti. Che hanno segnato più stagioni. Ha attraversato e raccontato non pochi passaggi significativi della nostra vicenda repubblicana. Le sue tracce e le sue testimonianze resteranno.

Rampelli: ha svelato le verità negate dalla sinistra

Il mondo della destra lo ricorda come un intellettuale coraggioso. Che ha avuto il merito di scoperchiare le verità taciute per decenni dal gotha culturale della sinistra. A cominciare dagli errori del comunismo, dalle violenze partigiane nel triangolo roso. «Giampaolo Pansa, un “Bestiario” di originalità», ricorda Fabio Rampelli. «Con “Il sangue dei vinti”ha raccontato gli orrori della guerra civile. Svelando verità negate per decenni. E smascherando le bugie di una sinistra sempre insincera con la storia». È stato un grande, conclude il suo ricordo il vicepresidente della Camera.

Maurizio Gasparri lo ricorda come «un grande italiano, portatore di cultura, di saggezza, di verità». Il senatore di Forza Italia dice di aver avuto la fortuna di conoscerlo e di essere stato difeso dalle colonne dell’Espresso. «Quando,da  giovane deputato, sollevai nell’aula della Camera, il problema del negazionismo dei libri di testo delle scuole. La sua opera di ricostruzione della memoria italiana e dell’affermazione di verità per troppe tempo negate, resterà come un monumento nella vita della Repubblica».

Il cronista d’Italia. Anticonformista e scomodo

«Con la scomparsa di Giampaolo Pansa perdo un amico sincero. Un collega straordinario e un faro di libertà», scrive Giorgio Mulè. «Nella marmellata indigesta che molto spesso contraddistingue politica e informazione di oggi, penso a lui come pietra angolare. Dove trovare rifugio sicuro al riparo dell’anticonformismo».

«Con Giampaolo Pansa perdiamo un maestro del giornalismo, il cronista d’Italia. Durante la sua lunga e prestigiosa carriera raccontò il Paese e i maggiori avvenimenti con un taglio acuto e mai banale. Un anticonformista e un grande intellettuale che mancherà e tutti noi», scrive su Twitter Mariastella Gelmini. Mara Carfagna sottolinea che il giornalismo italiano perde una grande firma. «Pansa scoprì lo scandalo Lockheed, condusse la famosa intervista a Berlinguer in cui il segretario del Partito Comunista sconfessò Mosca. Soprattutto, raccontò gli orrori della guerra in maniera imparziale. Fece arrabbiare destra e sinistra, come solo i migliori sanno fare. Addio, maestro». «Una preghiera e un pensiero per Giampaolo Pansa. Un gigante della scrittura, un uomo libero. Grazie di tutto». Così il cantautore Enrico Ruggeri in un tweet.

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