Omicidio Mollicone, arriva la fragile difesa del carabiniere e del figlio accusati

11 Gen 2020 16:23 - di Redazione

La difesa è fragile. I volti tesi. Le frasi lette da appunti di carta. “Sono e siamo totalmente innocenti”. A 18 anni dal delitto di Serena Mollicone, uccisa ad Arce nel 2001, l’ex maresciallo dei carabinieri Franco Mottola rompe il silenzio respingendo ogni accusa. Per lui, per il figlio e per la moglie la procura di Cassino ha chiesto il rinvio a giudizio per l’omicidio di Arce. “Respingo ogni accusa – ha detto Franco Mottola – Della morte di Serena non so e non sappiamo nulla”. (video)

Su Serena Mollicone l’ombra del suicidio di Tuzi

“Se Serena doveva andare da mio figlio – ha poi spiegato Mottola – poteva citofonare direttamente al nostro alloggio e non c’era bisogno che suonasse in caserma facendosi vedere dal piantone”. L’ex maresciallo ha poi sottolineato che il brigadiere Santino Tuzi, trovato morto suicida nel 2008, “dice una sciocchezza sul fatto che dovesse avere confronto con me”. “Nessuno di noi – ha precisato – aveva la notizia di questo colloquio, queste notizie sono false e infondate”. “Ci auguriamo che vengano scoperti l’assassino di Serena e i loro complici”, ha poi aggiunto Franco Mottola. “Noi ci siamo chiusi a riccio da quando ci siamo accorti di essere diventati oggetto di facili accuse”, ha concluso.

La difesa: “L’innocenza è scritta nelle carte”

Non ho mai fatto del male a Serena Mollicone. La mattina del 1 giugno non l’ho vista. Su di me Santino Tuzi ha mentito, ha detto una menzogna”, ha detto dal canto suo Marco Mottola, figlio dell’ex maresciallo, aggiungendo: “Nella mia vita ho commesso tanti errori e dato problemi ai miei genitori ma a loro ho chiesto scusa. Abbiamo fiducia nella giustizia, per il resto parleremo con i giudici”.

Nelle carte dell’accusa c’è già la prova provata che i Mottola sono innocenti“, ha sottolineato l’avvocato Francesco Germani, difensore della famiglia Mottola. Il legale, parlando poi dell’udienza preliminare che si terrà il 15 gennaio prossimo, ha sottolineato che se l’esito dovesse essere il rinvio a giudizio “questo sarebbe condivisibile sotto il profilo umano ma non giuridico”. Il padre di Serena, però, ha lottato tutta la vita per ottenere giustizia. E di quei carabinieri ha sempre sospettato.

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