Passa la paura per Zingaretti, aumenta per Conte. La Santelli vince in Calabria, addio ai Cinquestelle
L’emozione più forte nella voce di Jole Santelli, neogovernatrice della Calabria con larghissimo margine.
La paura più grande quella che ha caratterizzato la schiena di Zingaretti per settimane.
La figura più barbina quella fatta dai Cinquestelle, ridotti ai minimi termini alle elezioni regionali, sia in Emilia Romagna che in Calabria.
Il domani più cupo, quello di Giuseppe Conte, che avrà di fronte un Pd aggressivo e pentastellati rabbiosi perché non hanno futuro.
Brava Santelli. E continua a crescere Fdi
Poi, oltre la Santelli, il centrodestra. Continua la crescita impetuosa di Giorgia Meloni e Fratelli d’Italia, che ormai è praticamente la terza forza politica del Paese. Buon risultato per la Lega in Emilia, anche se non riesce il colpaccio sognato con Lucia Borgonzoni, mentre in Calabria arriva sostanzialmente appaiata a Fdi. Forza Italia double face tra Calabria in buona forma ed Emilia ai minimi termini.
Questo è un risultato delle “sardine” e non del PD (anch’esso in via di disfacimento) così come ammesso dal sig. Zingaretti, tantè che in Calabria le hanno prese di santa ragione! Dovrebbero altresì ringraziare…… il prossimo Presidente della Repubblica Italiana ed il suo “entourage” altro che cantare vittoria!
Davvero strana l’esultanza di Zingaretti dopo il risultato elettorale: mi sono chiesto come mai in Italia, dopo aver perso in Calabria, un’altra regione prima amministrata dalla sinistra, Zingaretti fosse così festante; poi mi sono dato la risposta : perché l’Italia è l’unico Paese dove governa chi perde.
Auspico che la Governatrice Santelli abbia la tenacia di tenere ben salde le redini di una Regione, difficilissima da guidare. Comunque due cose devono essere imperative, visto che trattandosi di un governo di destra i giustizialisti sanculotti monocoli non faranno sconti: MAI il benchè minimo sospetto di “strane connivenze” e massimo rispetto per il Popolo calabrese, visto che aria tira nel “Nord tanto liberale”.
Sempre e comunque, in questa Italia giacobina e spesso anarco individualista, il Popolo del Sud ha saputo dare prove di grande umanità e differenza dei tiranni che governavano. Un anno dopo la sconfitta di Adua, che aveva anche comportato le dimissioni della Destra Storica e l’avvento al potere della Sinistra caciarrona di allora, furono fatti rientrare in Italia i reduci di Adua, nel cuore della notte, su un molo semiabbandonato, perché , secondo il Governo, colpevoli di essere sopravvissuti alla sconfitta. Ebbene su quel molo abbandonato ,senza lo straccio di una sola Autorità, aldilà dei Carabinieri per il servizio d’ordine, c’era il Popolo napoletano, nonostante tutto, che allo sbarco dei reduci ridotti al rango di galeotti proruppe un lungo applauso liberatorio , unico viatico di fronte a Istituzioni semplicemente menefreghiste. Ecco, la Governatrice si ricordi di tale considerazione storica e ne tragga il debito ammaestramento.
Ad urne spogliate, ora, a mente perfettamente fredda, possiamo dire che in Emilia Romagna esiste ancora un regime. Che nome abbia non lo so: partito comunista o pesce in barile o chissà quale altra diavoleria, l’ Emilia Romagna rimane un sistema sovietico che il Governo Centrale dovrà mantenere, come fossero migranti, perché la crisi del lavoro SICURAMENTE non migliorerà con le tasse e qualche canzone triviale, anche loro riceveranno i morsi profondi delle tasse e dei balzelli. Non vi è cosa peggiore per un popolo dell’ impunità del tiranno e che il Governatore di Bolsceviland sia un boiardo lo ha dimostrato ampiamente con le sue minacce e la sua misoginia. Un ultimo pensiero va agli sventurati ragazzini di Bibiano: rassegnatevi vi è rimasto solo Dio.