Prescrizione, la riforma è legge. 30mila processi rischiano di restare aperti all’infinito
Dal primo gennaio è in vigore la riforma della prescrizione, di cui il M5S ha fatto una bandiera. Dalla sentenza di primo grado la prescrizione è sospesa, senza distinzione tra la sentenza di condanna o di assoluzione.
Secondo i dati diffusi dal ministero della Giustizia – rileva il Messaggero – sono circa 30 mila i processi che, con lo stop dopo il primo grado, rischiano di rimanere aperti senza termine. “Le conseguenze della nuova legge – scrive ancora il messaggero – si potranno avvertire nel 2028, visto che la prescrizione, per i reati meno gravi, è attualmente di sette anni”.
Prescrizione, la protesta dell’Unione camere penali
L’Unione delle camere penali ha già annunciato una prossima mobilitazione. E ha attaccato direttamente il ministro Bonafede: “Perdura il silenzio del ministro della Giustizia in ordine alla richiesta dei dati statistici su quali siano i reati che ogni anno si prescrivono. Dati fino a oggi non a caso sistematicamente nascosti alla pubblica opinione.
Bocciatura senza appello della riforma anche da parte del presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli il quale fa notare che la nuova legge che prevede lo stop della prescrizione è incostituzionale. Mirabelli sottolinea infatti che “l’esercizio del potere punitivo dello Stato non può essere indefinito nel tempo”.
Mirabelli ricorda inoltre che “la Costituzione dice che la legge assicura una ragionevole durata del processo. Non è una previsione generica. Questo vuol dire che è un dovere assicurare per ogni processo questo risultato. E durata ragionevole vuol dire processi che si concludono in tempi brevi e certi e che non diano luogo possibilmente alla prescrizione. La prescrizione dovrebbe essere l’ultimo rimedio”.