Pro Vita: «Faciliteranno aborti eugenetici precoci. Discriminare i down è civile?»
“Come A.I.G.O.C ha denunciato con preoccupazione, l’aggiornamento dei Lea (Livelli essenziali di assistenza) con l’inserimento nelle prestazioni erogabili dal SSN degli screening prenatali non invasivi, è un cavallo di troia pericoloso oltre che un errore totale dal punto di vista degli investimenti nella sanità pubblica. Si fa credere infatti che questa scelta comporti un minore trauma psicologico, ma in realtà non aiuterà né le donne né le loro famiglie. L’anticipazione della diagnosi dello stato di salute genetico del proprio figlio significherà più interruzioni volontarie di gravidanza con la triste e scorretta sintesi che “Piccolo embrione è uguale a piccolo trauma” e con una facilità che interpella le coscienze di tutti” hanno dichiarato Toni Brandi e Jacopo Coghe, presidente e vice presidente di Pro Vita & Famiglia, unendosi alle preoccupazioni dell’Associazione Italiana Ginecologi Ostetrici Cattolici.
“Di fatto si tratterà della facilitazione dell’aborto eugenetico come ‘norma e normale’. Di fronte a un mondo che chiede di non discriminare nessuno, ad essere discriminati oltre che eliminati velocemente e presto saranno i down e tutti coloro che non sono ‘perfetti’ secondo i nuovi canoni dell’etica in-civile. Perché tanta fretta? Piuttosto andiamo ad intervenire sulle vere aree di discriminazione come la mancanza di ore garantite a scuola per disabili, il problema delle infrastrutture per disabili, l’assistenza a domicilio. Tanto per offrire una panoramica in questo senso, l’ultima vergognosa testimonianza è stata quella di Marcos Cappato, affetto da tetraparesi spastica, che vive nel comune più ricco d’Italia, ossia Milano, ma che non poteva più usufruire della navetta. Questo sì, un vero e proprio diritto negato”.
Ho un controverso rapporto con il ‘fuori norma’, lo ammetto. Sin da giovane per motivi riguardanti il reperimento di risorse (anni 60) destinate alle strutture d’accoglienza degli abbandonati ho avuto palese la mancanza di un dio, dio che pregavo in chiesa, ma del quale percepivo chiara l’inesistenza davanti all’enormità del: ‘creato a sua immagine e somiglianza’ che era testimoniata come falsa, dai fatti ! O quel dio, non era quello che ci proponeva mentendo la chiesa cattolica, o non era. Per giungere a quest’anno, in cui ho definitivamente chiusa la mia disponibilità al ‘sociale’ . Faccio parte di una vasta pluricentenaria associazione creata da un santo al rientro dalle crociate, evento che per ironia rappresentava benissimo la mia percezione della cristianità. Il cristo in croce, quel cristo che morente consegnava al dopo, al futuro, la sua vita su di un legno che, altrettanto da sempre intendo quale impugnatura della spada con cui una cristianità avrebbe dovuto difendere la Sua dottrina ed il Suo ricordo. Tradito, tutto tradito, dalla cattolica secolare chiesa romana. Ormai sul finire del cammino, momento in cui l’insieme delle debolezze spingerebbe a sostenere tutto quanto possibile per il mantenimento in vita, comprendo quanto più umano, legittimo, gioioso, dignitoso sia poterlo fare con tutte le potenzialità a disposizione propria e di tutti gli altri esseri umani che mi circondano. Umano voler vivere e far vivere una buona vita in possesso delle proprie potenzialità piene? Per me si ! Sono consapevole di quanto questa teoria mi possa avvicinare a concetti di selezione che nel secolo scorso sono stati usati erroneamente per cancellare parti di umanità da soggiogare ma, solo menti deboli ed incapaci di mantenere lucidità di tragitto così lo possono percepire. Per volontà biologica di evoluzione della specie ci misceliamo fra esseri umani cercando inconsapevoli il miglior compromesso che ci faccia evolvere, migliorandoci. Perché, in nome di sfruttamento successivo delle altrui debolezze, tutti dobbiamo vivere sottraendoci alla naturale millenaria scelta insita nella nostra biologia. Scegliere la vita? Essere a favore della buona vita? Ebbene, in tarda età (75 anni) sono ormai convinto che la risposta è si !