Sanremo, tutti contro Junior Cally. Foa: inaccettabile. Si spera in un ripensamento di Amadeus

19 Gen 2020 18:25 - di Redazione
secoloditalia Amadeus e Junior Cally foto Ansa

S’infuoca il caso Junior Cally a Sanremo. Dopo le proteste confluite in una lettera firmata da 29 deputate di diverso schieramento. Dopo e il messaggio social di Lucia Borgonzoni, condiviso da Matteo Salvini, ora indignazione e dissenso si estendono a tutti gli schieramenti politici. E sulla vicenda è intervenuto poco fa anche il direttore della Rai Marcello Foa. Sin dalle prime battute, sulla controversa vicenda, ha espresso chiaramente il suo giudizio negativo. Di più: con riferimento all’annunciata partecipazione del rapper Junior Cally al Festival di Sanremo, il presidente della Rai ha messo nero su bianco una «forte irritazione per scelte che vanno nella direzione opposta rispetto a quella auspicata».

No a Junior Cally a Sanremo: le dichiarazioni di Foa

«Il Festival – dichiara il presidente della Rai – tanto più in occasione del suo 70esimo anniversario, deve rappresentare un momento di condivisione di valori, di sano svago e di unione nazionale, nel rispetto del mandato di servizio pubblico. Scelte come quella di Junior Cally sono eticamente inaccettabili per la stragrande maggioranza degli italiani». Il Festival dovrebbe «promuovere il rispetto della donna e la bellezza dell’amore. La credibilità di chi canta – prosegue Foa – deve rientrare fra i criteri di selezione. Chi nelle canzoni esalta la denigrazione delle donne e persino la violenza omicida, e ancora oggi giustifica quei testi avanzando pretese artistiche, non dovrebbe beneficiare di una ribalta nazionale. Speriamo – conclude il presidente della Rai – che il direttore artistico, che gode di stima anche per essere persona moderata e di buon senso, sappia riportare il Festival nella sua giusta dimensione».

Levata di scudi contro la partecipazione di Junior Cally a Sanremo

La levata di scudi delle ultime ore contro la partecipazione del rapper sul palco dell’Ariston dilaga sul web. Un’onda anomala di recriminazioni e proteste che dilaga dal mondo della politica a quello dello spettacolo, investendo Rai e servizio pubblico. Le polemiche si fanno roventi. E le parole con cui Foa ha risposto alla lettera delle 29 deputate danno chiaramente senso e dimensione della situazione. Una vicenda che ha riunito in maniera bipartisan intorno alle sue contestazioni tutte le forze politiche. Dai componenti del gruppo Lega in Vigilanza Rai, che hanno rilevato: «Chi predica in maniera esplicita e orgogliosa stupro e femminicidio non merita il palco dell’Ariston. Oggi presenteremo al presidente della commissione di Vigilanza Rai, Alberto Barachini, una richiesta formale di intervento».

Da Salvini a Silvia Costa: coro bipartisan di no

A Matteo Salvini, che sulla vexata quaestio ha dichiarato: «Per un anno ho lavorato con Giulia Bongiorno per far approvare il Codice rosso. Oggi leggo che la Rai e il più importante festival della canzone italiana, usando denaro pubblico, sdoganano femminicidio e stupro. Non ho parole: mi auguro che questo tizio non metta mai piede sul palco di Sanremo». Passando per Lucio Malan (FI): «Coloro che si sono indignati per il presunto “sessismo'” di Amadeus dovrebbero dare un’occhiata ai messaggi che trasmette nei suoi brani Antonio Signore, “in arte” Junior Cally, uno dei 22 big di Sanremo 2020». Fino a  Silvia Costa, esponente del Pd che ha chiaramente detto di considerare «inaccettabile la partecipazione a Sanremo di un ‘cantante’ che utilizza frasi che sono una vera e propria incitazione alla violenza».

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