Solo in Italia il Giorno di Dante da poco istituito si poteva chiamare “Dante Day”
L’Italia è terra di grandi contraddizioni, si sa. Ma che proprio per commemorare il settecentesimo anniversario della nascita del Sommo Poeta che cade nel 2021 si lanciasse un evento che ora è principalmente chiamato “Dante Day” lascia basiti e perplessi.
L’iniziativa parte dal Corriere della Sera ed è senza dubbio meritoria, ma nelle nostre terre provincialotte ha dovuto immediatamente subire ad opera dei comunicatori una trasformazione linguistica per cui gli hanno appioppato, come al solito, la denominazione inglese senza accorgersi che si tratta della commemorazione di uno dei più alti esponenti (se non il più alto) proprio della lingua italiana!
E un po’ come se in Inghilterra fosse istituito un “Giorno di Shakespeare” per intenderci.
… E lo volevano chiamare anche “Dante Pride”
È stato proprio il giornalista Paolo Di Stefano dalle pagine del Corriere della Sera del 23 aprile 2019, a parlare di un inquietante “Dante pride. Successivamente, in un articolo del 4 giugno 2019, ha scritto di un “DanteDì” che -ci dice- altrove potrebbero chiamare “DanteDay”. Distinguo semantico, ma ormai la frittata era fatta.
In una intervista ha citato poi a supporto il Convivio di Dante: “li abominevoli cattivi d’Italia che hanno a vile questo prezioso volgare”. Appunto.
Con la lingua non si scherza
Ma con i termini linguistici non si scherza. E da allora l’orribile dizione, ha iniziato la sua esistenza indipendente come meme del web rafforzato dai social giungendo perfino in televisione.
Non è per essere tradizionalisti o bigotti ,ma una nazione si conquista anche con la lingua. E l’inglese sta diventando ogni giorno sempre più invadente appropriandosi di termini italiani equivalenti.
Il Consiglio dei Ministri ha approvato e finanziato con 2 milioni di euro la proposta di dedicare il 25 marzo al “Dantedì” -data che si ritiene l’inizio del viaggio di Dante nei tre regni- ma ora deve vegliare che gli inglesi, complice qualche intellettuale nostrano,non si ficchino in mezzo.
Giorgia Meloni, presidente di Fratelli d’Italia, ha annunciato una proposta di legge per far sì che la storica occasione “non faccia la fine delle celebrazioni di Leonardo Da Vinci che sono finite in Francia“.
Ed in effetti ha ragione. Noi siamo maestri a farci scippare le grandezze del nostro Paese.
Il Corriere, promotore dell’iniziativa, parla di Dantedì. Da dove spunta il “Dante Day”?
Bravissimo Vatinno. Grande osservazione