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Proteste e cariche della polizia per fermare i tafferugli davanti al cantiere Tap, il gasdotto dell’Adriatico a Melendugno, in Puglia, 28 ottobre 2017. Da questa mattina Ë in corso una manifestazione contro l’espianto di 200 ulivi sul tracciato del microtunnel del gasdotto, dopo che il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera. ANSA/ CLAUDIO LONGO
Proteste e cariche della polizia per fermare i tafferugli davanti al cantiere Tap, il gasdotto dell’Adriatico a Melendugno, in Puglia, 28 ottobre 2017. Da questa mattina Ë in corso una manifestazione contro l’espianto di 200 ulivi sul tracciato del microtunnel del gasdotto, dopo che il Ministero dell’Ambiente ha dato il via libera. ANSA/ CLAUDIO LONGO

Tap, a processo 25 attivisti grillini per le proteste al cantiere di Melendugno

Cronaca - di Redazione - 9 Gennaio 2020 - AGGIORNATO 9 Gennaio 2020 alle 17:02

Processo a Lecce per 25 attivisti No Tap che hanno protestato contro la costruzione del Trans Adriatic Pipeline. Che trasporterà gas dall’Azerbaigian all’Italia. Sono accusati di partecipazione a manifestazione non autorizzata. Blocco stradale. E insulto a un pubblico ufficiale. In occasione della protesta del novembre 2017 nel comune di Melendugno.

Tap, a processo 25 attivisti per gli incidenti a Melendugno

Sei di loro sono stati accusati di aver bloccato la strada. E i veicoli della società di sorveglianza  che lavora per Tap. Tre sono accusati dell’offesa al pubblico ufficiale. E 9 saranno  processati per «violenza privata» nel blocco Tap. Durante la notte del 13 novembre, la Prefettura emise un’ordinanza che istituiva una «Zona Rossa» attorno al cantiere.

A giudizio anche i vertici della multinazionale

A processo anche i vertici della multinazionale. Il country manager Michele Elia, insieme ai dirigenti della società appaltatrice, Saipem. E diverse imprese salentine coinvolte nel cantiere del gasdotto.

«Chiederemo a Tap  un risarcimento miliardario. Per il danno d’immagine causato alla Puglia con la costruzione del gasdotto a Melendugno. La cui procedura di localizzazione  viene dichiarata illegittima dalla Procura di Lecce». Così il governatore , Michele  Emiliano  commentando la citazione a giudizio nel processo che si aprirà l’8 maggio prossimo.

Emiliano chiede risarcimento miliardario

In caso di condanna, dunque, Emiliano annuncia una richiesta di risarcimento miliardaria. La Regione si è costituita parte civile. Insieme al ministero dell’Ambiente e a molti sindaci del Salento. In testa Marco Potì, primo cittadino di Melendugno. L’inchiesta riguarda una serie di reati ambientali. Tra i quali aver realizzato il tratto finale del gasdotto su aree sottoposte a vincolo paesaggistico. Senza autorizzazioni e lo sversamento di acque reflue industriali. Che avrebbero contaminato con sostanze pericolose la falda acquifera.

 

 

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C'è un commento:

  1. Gianni53 ha detto:

    Siamo alle solite. Tutti pensano che le opere vadano fatte, ma nel giardino degli altri. Diversamente le solite problematiche dei danni al sottosuolo, falde acquifere, etc. E poi risarcimenti miliardari, e chi più ne ha più ne metta. Meno male che in passato c’era una diversa mentalità ed una magistratura saggia, altrimenti andremmo ancora a caccia con la clava

di Redazione - 9 Gennaio 2020