
Uno Bianca, monta la rabbia per il permesso-premio ad Alberto Savi. Borgonzoni: “È un affronto ai familiari”
La famigerata Uno Bianca torna alla ribalta. “Un dolore che non si spezza. 29 anni dalla strage del Pilastro a Bologna, costata la vita ai Carabinieri Mauro Mitilini, Otello Stefanini e Andrea Moneta, ammazzati dal killer della banda della Uno Bianca. Condivido la rabbia, la preoccupazione e lo sconforto dei familiari delle vittime, costretti a subire l’affronto dei permessi “premio” all’assassino dei loro cari. Per non dimenticare. Sempre nel cuore gli eroi italiani delle nostre Forze dell’ordine”. Lo afferma Lucia Borgonzoni, candidata del centrodestra alla presidenza della Regione Emilia-Romagna.
Uno Bianca, sui social monta la rabbia
Monta la rabbia anche sui social, dopo il permesso premio ad Alberto Savi, il più giovane dei tre fratelli della banda della Uno Bianca. La banda tra il 1987 e il finire del 1994 fece 24 morti e più di 100 feriti. Tra i tanti commenti di disapprovazione dei familiari delle vittime un post ad hoc, apparso oggi sulla pagina Facebook Noi Radiomobile. Il post ricorda i tre carabinieri, “poco più che ventenni, che 29 anni fa caddero vittime della ferocia degli assassini della Uno bianca, mentre svolgevano il loro lavoro a tutela e a difesa delle sicurezza e della legalità”. “Il loro sacrificio – si legge nel post – non può e non deve essere dimenticato, perché è anche attraverso la memoria che rendiamo loro onore”.
“Carcere a vita dovevano avere”…
Seguono sotto al post numerosi commenti in cui alcuni carabinieri esprimono il loro dissenso per il permesso premio all’ex poliziotto, arrivato proprio alla vigilia dell’anniversario dell’omicidio dei tre carabinieri. Avvenne la sera del 4 gennaio del 1991. “Pure la licenza premio, adesso lo dicessero ai loro familiari. Carcere a vita dovevano avere”, si legge in un commento. “Dite alla Cucchi di premiare Savi”, scrive un altro internauta. E ancora: “Ho letto che l’assassino della Uno Bianca è in licenza premio. Mi dispiace infinitamente per il dolore in più che avranno i loro famigliari, leggendo la notizia”.
“Ricordo benissimo il tragico fatto – commenta un carabiniere – a poco arrivò la lettera per la partenza per Fossano per entrare nell’Arma, non vi dico la preoccupare dei miei genitori! Eravamo tutti sconvolti, e questi ora stanno uscendo!!!”. “Riposate in Pace, cari colleghi”, scrive un altro militare. “Come si fa ad appartenere alle forze dell’ordine e uccidere così a sangue freddo”, si legge in un altro commento. “Ricordo bene la strage del pilastro – scrive un altro utente – mi è rimasto impresso il volto della mamma di Otello uno dei ragazzi, è stata in alcune trasmissioni televisive. Quanto dolore”.
Chi si comporta in maniera indegna, come hanno fatto costoro (per giunta essendo originariamente poliziotti), sono dei traditori che non meritano alcuna misericordia
Questi fratelli savi io non davo l ergastolo ma la pena di morte perche avrei usato il codice penale militare e li avrei fucilati per omicidio e alto tradimento alla faccia dei sinistroidi che sono contrari alla pena di morte i famigliari dei poveeri carabinieri uccisi non vedono i sui figli da 29 anni li vedono solo al cimitero e i giudici danno il permesso premio a un criminale una vera vergogna e un offesa ai famigliari dei militari uccisi e a tutta l arma dei carabinieri dobbiamo riflettere molto bene io sono vicino alla arma anche perché mio zio era un maresciallo dei carabinieri
Con 24 morti gli danno il premio? Chi l’ha deciso? In base a quali meriti (il premio si dà per meriti)
Quanti errori( alcuni credo voluti) furono fatti dagli investigatori dell’epoca circa le indagini condotte in merito alla uno bianca. mi riferisco sopratutto al Questore e dirigenti.E se avessero intuito un qualcosa magari di qualche mela marcia al loro interno? Roberto Savi era addetto alla centrale operativa ove sentiva tutto anche i CC. Oltre agli eroi del Pilastro dobbiamo ricordare gli eroi di Castel Maggiore i CC ERRIU E CATALDO STASI TRUCIDATI SEMPRE DAGLI ASSASSINI DELLA UNO BIANCA. Altro che permessi. ma in Italia tutto e’ possibile. refenti saluti