Whirlpool, duro attacco di governo di Confintesa: “I lavoratori sono esseri umani, non numeri”
Whirlpool, sulla drammatica vicenda interviene il sindacato Confintesa. “La Whirpool spostando da marzo ad ottobre la decisione di chiudere lo stabilimento di Napoli non risolve il problema delle 412 famiglie ma ne allunga l’agonia”. Lo dichiara il segretario generale di Confintesa Francesco Prudenzano in merito alla decisione dell’azienda di prorogare la chiusura dello stabilimento a fine ottobre. “E’ assurdo – continua Prudenzano -accettare il ricatto velato della Whirpool che avvisa il governo di non mettersi di traverso alla chiusura del sito di Napoli se non vuole mettere a rischio gli oltre 5000 dipendenti del gruppo in Italia. Il problema è che la multinazionale non vuole rispettare gli impegni presi con la firma dell’accordo del 2018 che garantivano continuità produttiva a Napoli”.
“Ancora più assurda la posizione del ministro Patuanelli che quasi giustifica l’azienda dicendo che non può obbligarla a tenere in piedi uno stabilimento in perdita. Una dichiarazione vergognosa che contrasta con i principi della nostra Costituzione che, ricordiamo al ministro Patuanelli, all’articolo 41 recita in modo chiaro. “L’iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l’utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana”. “Il Governo – conclude Prudenzano – tenga conto che a Napoli se chiude la Whirpool quei 400 lavoratori non avranno altre opportunità lavorative in un territorio già molto provato. Il governo intervenga per creare le condizioni che attirino altri investitori. I lavoratori sono esseri umani non numeri”.
Whirlpool, Sud sempre più penalizzato
Su Whirlpool interviene anche la Cisl. “Il governo è stato incapace di trovare una soluzione alla vertenza. Che poi è solo una delle 161 ancora aperte al Mise, che sta mettendo in ginocchio oltre 420 lavoratrici e lavoratori. La situazione è il risultato delle troppe passerelle elettorali in Campania. Però a pagarne le spese sono solo i lavoratori”. L’accusa arriva dal segretario generale Fim Cisl Campania, Raffaele Apetino, dopo l’incontro al Mise chiuso con la presa d’atto della chiusura del sito Napoli di Whirlpool dal 31 ottobre prossimo. “La desertificazione del lavoro in Campania non solo mortifica la dignità dei lavoratori, che non hanno bisogno del reddito di cittadinanza. Ma soprattutto offre manodopera all’illegalità che è sempre in cerca di nuovo personale”.
“Noi non possiamo e non dobbiamo permettere che la nostra regione sia per il governo il fanalino di coda circa i problemi del lavoro. Non è possibile che la Campania venga posta in cima alle priorità solo in campagna elettorale”. Apetino ricorda “le false promesse”elettorali fatte dall’ex ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio. Solidarietà poi ai segretari generali dgeli altri sindacati che al termine dell’incontro al Mise, sono stati aggrediti. “L’uso della violenza va sempre condannato, non è mai la via da seguire per trovare valide soluzioni ai problemi reali del Paese”, conclude.