Aggressione a Ostia. La Cassazione: «Carmine Spada mostrò un atteggiamento criminale»
Arrivano le motivazioni della Cassazione sui ricorsi del boss Carmine Spada. Che nel 2014 Ostia, insieme con Emiliano Belletti, minacciò di morte il tabaccaio Adriano Baglioni. «Spada –scrivono i giudici – mostrò un comportamento platealmente violento e sprezzante. Ricorrendo a un’azione dimostrativa della propria capacità criminale. Schiaffeggiando la persona offesa per strada. In modo da rimarcare la propria supremazia in quel territorio». Così giudici della seconda sezione penale della Cassazione per motivare la decisione dello scorso 30 gennaio di dichiarare inammissibili i ricorsi presentati dai due contro la sentenza d’Appello. Che li ha condannati a 8 anni. L’accusa è estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un tabaccaio di Ostia.
La Cassazione dice no al ricorso di Carmine Spada
«Tale atto deve essere letto congiuntamente al comportamento di Belletti», continuano i giudici di piazza Cavour. Il 29 aprile per amplificare aveva anticipato la visita del proprio “amichetto”. Ed evocato «la presenza di altri ai quali si accompagnava nelle sue azioni intimidatorie». Nelle motivazioni della sentenza vengono riportate alcune frasi. «Comunque sia, lo sai che facciamo noi, lo sai che faccio io, metto le bombe. E noi siamo tanti».
La vicenda risale al 2014 quando Spada e Belletti minacciarono di morte il commerciante di Ostia se non avesse consegnato loro l’attività. Lo presero anche a schiaffi in strada. Dopo aver quasi triplicato nel giro di tre giorni l’importo che gli avrebbe dovuto dare. Belletti si presentò nel negozio accusando il tabaccaio di non avergli giocato una schedina del superenalotto. Da lì iniziò un calvario per Baglioni, con pesanti minacce di morte. Il tabaccaio alla fine decise di denunciare tutto alla Polizia. Spada e Belletti vennero arrestati grazie alle indagini condotte e coordinate dai pm della Dda di Roma Mario Palazzi e Ilaria Calò.