Assordante silenzio della Regione Lazio sul caso del medico che abusava dei pazienti sedati: la denuncia di FdI
23 Feb 2020 17:45 - di Redazione
Il caso del medico dell’ospedale di Tivoli, arrestato con l’accusa di violenza sessuale agita nei confronti di suoi pazienti, rischia di essere archiviata agli occhi dell’opinione pubblica nella quasi totale indifferenza istituzionale. Una vicenda deplorevole, quella che coinvolge il professionista oggi ai domiciliari. E che rischia di elevare al quadrato la portata della gravità che la riguarda in considerazione del silenzio che la circonda.
Medico di Tivoli arrestato per violenza sessuale sui pazienti sedati
Le indagini e la relativa svolta sul caso risalgono a 48 ore fa. Gli agenti del commissariato di Tivoli, al termine di una complessa indagine diretta dalla Procura della città, arrestano un medico dell’ospedale di Tivoli. L’accusa è di violenza sessuale. il professionista risulta al momento sottoposto agli arresti domiciliari, disposti dal gip. Il quale ha ritenuto sussistenti gravi indizi di colpevolezza in ordine a numerosi episodi di violenza sessuale, consistente in toccamenti di parti intime, nei confronti di pazienti maschi mentre erano sottoposti a sedazione parziale nel corso di esami specialistici. Le indagini hanno consentito di individuare le vittime che sono state già ascoltate nei giorni passati.
Assordante silenzio della Regione Lazio sul caso
Una vicenda sconcertante su cui si sono espressi ancora in queste ore in una nota congiunta gli esponenti di FdI alla Regione Lazio, il capogruppo Fabrizio Ghera capogruppo e il consigliere Chiara Colosimo. I quali hanno dichiarato che «il silenzio dell’assessore D’Amato sulla disgustosa vicenda del professor Toti di Tivoli sta diventando assordante». Aggiungendo che «dalla giunta Zingaretti pretendiamo risposte sulle azioni che intende mettere in campo per fare luce su una vicenda dai contorni drammatici. Non si può più far finta di nulla, tutte le povere vittime che hanno subito una disgustosa violenza fisica da questo medico, anche se si fa fatica a chiamarlo così, hanno diritto di avere le istituzioni al loro fianco. Cosa che fino ad oggi non è purtroppo avvenuto».