Basta un “Me ne frego” per conquistare Sanremo: la nostra classifica semiseria dei big
I primi 3 sul podio provvisorio di Sanremo (secondo noi)
3
Achille Lauro. Non importa che Renato Zero in tutina fosse molto più figo. Non conta che imiti i punk di 40 anni fa. Poca voce, brano fiacco, ma la presenza scenica lascia il segno. Anche quest’anno, dopo le polemiche dello scorso anno per il brano Rolls Royce, parlano tutti di lui. Anche solo per insultarlo. Il Festival è soprattutto questo. E a chi lo critica lui può rispondere intonando uno scorrettissimo: “Me ne frego”.
2
Elodie. A vederla in scena si nutre grande ammirazione nei confronti di Mahmood, che le ha confezionato un pezzo eccezionale, e grande invidia nei confronti di Marrakesh, che la frequenta anche fuori dall’Ariston. Chiedere ai bookmaker inglesi se accettano scommesse sulla scollatura fuori di seno prima di sabato sera.
1
Diodato. Una canzone sanremese al cento per cento. Brano raffinato ed emozionante. Se decidesse un computer in base alla media statistica, sarebbe la classica canzone vincitrice del Festival. Ma è dai tempi della Piccola Orchestra Avion Travel che un brano così raffinato non vince un Festival.