Coronavirus, piano sicurezza su porti e aeroporti in 5 punti. Ma il governo lascia aperte le frontiere
Coronavirus sempre più vicino. E da domani scatta il ponte aereo Italia-Cina. Le prossime tappe in agenda per il controllo della pandemia prevedono il rimpatrio degli italiani da Wuhan, epicentro del contagio. E un giro di vite sui controlli e le misure preventive di sicurezza all’interno dei nostri confini. Nel frattempo prosegue il monitoraggio sulla coppia cinese in vacanza nel Belpaese e ricoverata allo Spallanzani di Roma. Le condizioni dei due turisti sarebbero discrete.
Coronavirus, allarme pandemia: controlli e prevenzione
L’allarme per i contagi s’intensifica. E, di pari passo, aumenta la stretta su controlli e misure di prevenzione messi in atto. Rimpatri a partire da domani. Controlli sanitari a tappeto anche nei porti. Sospensione dei visti, dislocazione di termoscanner negli aeroporti per estendere le verifiche mediche anche ai passeggeri dei voli in arrivo dopo il transito da altri scali. Sono queste le coordinate di riferimento per bloccare la diffusione del virus letale. Ma non sono previste al momento restrizioni per l’arrivo di merci. E, soprattutto, nessuna chiusura delle frontiere. Questo l’orientamento varato con il piano del governo e mirato a contenere il rischio contagio e la pandemia temuta. Una serie di misure, spiega in queste ore tra gli altri il sito dell’Ansa, «messe a punto nel Comitato operativo della Protezione Civile dal Commissario straordinario Angelo Borrelli. Disposizioni che entreranno in vigore nelle prossime ore. Appena definiti i dettagli tecnici e operativi». Vediamo allora, riassunti in uno schema esemplificativo per punti, la situazione attuale.
Coronavirus: contagi, vittime e misure di sicurezza
1) Al via da domani, lunedì 3 febbraio, i rimpatri dalla Cina. 5 voli dell’Air China arriveranno in Italia per riportare a casa i turisti cinesi rimasti bloccati dopo lo stop dei collegamenti. Ma gli aerei, secondo quanto previsto dal piano stanziato, non dovrebbero arrivare vuoti. L’obiettivo, spiega sempre il sito dell’Ansa, «è cominciare a far rientrare già con questi voli i primi italiani che vogliono lasciare la Cina. La gestione è in mano alla Farnesina e all’Enac, nominati soggetti attuatori». Ma ci sono sia cinesi che italiani che devono rientrare nei rispettivi paesi. E allora, dall’Italia dovrebbero partire poco più di 3000 cinesi. Mentre ancora non è chiaro quanti siano gli italiani in partenza o di ritorno. A confermare le stime approssimative è lo stesso Borrelli. «Non abbiamo ancora un numero definitivo. È un’indicazione sulla quale stanno lavorando il ministero degli Esteri e l’Enac e che ci deve arrivare dalla Farnesina». L’unica condizione sicura è che «chiunque vuole rientrare deve essere messo in condizione di poterlo fare».
Coronavirus, protocolli sanitari anche nei porti
2) Allargamento di protocolli sanitari ai porti, ma nessuna chiusura delle frontiere. Il governo mette in atto le misure studiate contro la diffusione del coronavirus, a illustrarle nella serata di ieri il Commissario straordinario per l’emergenza Angelo Borrelli. «Abbiamo lavorato ad alcune misure volte a contenere la diffusione del coronavirus. E abbiamo ragionato sull’allargamento di protocolli sanitari anche ai porti. In particolare alle navi che attraccano in scali italiani usando le stesse misure che vengono attualmente utilizzate per le navi provenienti dall’area extra Ue», ha detto il commissario al termine del comitato operativo alla sede del Dipartimento della Protezione civile. «Queste misure verranno applicate, nel caso in cui a bordo di una nave si presentasse un passeggero con una sintomatologia tale da far pensare a un caso sospetto di coronavirus. Anche alle navi provenienti dall’Unione europea», ha aggiunto Borrelli. «Al momento non riteniamo necessario applicare misure che portino a rimodulazioni di Schengen perché la situazione nel nostro Paese non desta particolare preoccupazione. È una situazione che richiede attenzione ma senza panico», ha concluso Borrelli, escludendo dunque una chiusura delle frontiere.
Sospesi i visti in Cina per l’Italia
3) Sospesa, invece, la concessione di visti in Cina per l’Italia. «In questo momento l’importante è riuscire a contenere il contagio del coronavirus. Evitare al massimo di alimentare panico e allarmismo – ha dichiarato in una nota Lorenza Bonaccorsi, sottosegretario al Turismo del Mibact –. Giovedì saranno convocati al Mibact i rappresentanti delle varie categorie del settore turistico per fare il punto sulla situazione». E ancora: «È stata sospesa la concessione di visti in Cina per l’Italia da parte delle agenzie autorizzate. Restano solo quelli concessi dalle nostre strutture consolari per motivi familiari o casi di conclamata e acclarata urgenza. La chiusura del traffico aereo da e per la Cina rientra in questa politica di contenimento».
Aeroporti, termoscanner in entrata e in uscita
4) Ma, come noto, con le frontiere aperte gli aeroporti restano però i luoghi a maggior rischio per la diffusione del virus. Per questo si è deciso che le procedure sanitarie già in vigore verranno estese a tutti i voli provenienti dalla Cina passando per scali intermedi. Ma non solo. Visto che si tratta di controllare migliaia di persone, spiega il Commissario, «stiamo immaginando ulteriori misure». Che dovrebbero prevedere negli scali aerei zone attrezzate con termoscanner in cui tutti i passeggeri in entrata e in uscita dovranno transitare. Lo strumento consentirà di individuare in tempi brevi chi dovesse avere la temperatura fuori dalla norma.
La circolare del Miur
5) Infine, il Miur ha diramato una circolare con le indicazioni del ministero della Salute dopo la richiesta dei presidi sugli studenti che erano stati recentemente in Cina e che potranno tranquillamente andare a scuola se non presentano i sintomi del temuto virus. Rivelatosi letale. In Cina i contagi sono al momento oltre 14.300 e i morti 304. Solo in Cina…