Coronavirus, all’inizio il regime comunista cinese cercò di nascondere la situazione. Come fece a Chernobyl
Coronavirus, secondo notizie stampa inizialmente le autorità cinesi imposero il silenzio ai medici sull’epidemia. In realtà è noto che i regimi comunisti fanno trapelare meno notizie possibili, quando sono gravi. Come se il paradiso comunista potesse essere indenne dagli accidenti della vita. Anche nel recente passato gli esempi non mancano. Basti ricordare Chernobyl, quando le autorità sovietiche negarono per giorni. E sempre in Urss, quando moriva qualche membro del Politburo, lo si sapeva molto dopo, quando lo si sapeva. E nella Cambbogia degli khmer rossi calò una cortina di silenzio per anni. Nella Corea del Nord poi non si sa nulla ancora oggi. Persino la morte del comunista palestinese Arafat fu tenuta nascosta per giorni. E così via, un’ideologia inumana che piace ormai soltanto in Italia che tende a nascondere quello che potrebbe offuscarne l’immagine.
Coronavirus, undicimila contagiati, oltre 250 morti
Intanto si apprende che stamattina è salito a più di undicimila il numero delle persone contagiate con il coronavirus in Cina, mentre sono 259 le persone che hanno perso la vita. Lo hanno dichiarato le autorità sanitarie della provincia di Hubei, nella Cina centrale, epicentro dell’epidemia. Solo nella provincia di Hubei sono stati segnalati 1.347 nuovi casi, 7.153 in tutto. Isolata Wuhan, che conta 11 milioni di abitanti, e altre città della Cina. Tutte le compagnie aeree hanno interrotto i voli da e per la Cina. L’Australia non fa entrare chiunque provenga dalla Cina. L’Inghilterra evacua il personale diplomatico, e stavolta la Brexit non c’entra. In Italia confermati due casi, mentre in Spagna c’è il primo. E’ un turista tedesco in vacanza alle Canarie.
Xi Jinping costretto a dire la verità
Ma stavolta qualcosa è scattato nella mente del dittatore cinese Xi Jinping, e questo sì che dovrebbe preoccuparci. Dopo le notizie dei primi casi, nel dicembre scorso, la polizia ha tentato di ridurre al silenzio i medici e i ricercatori, ma evidentemente non era possibile. Così la massima autorità del regime ha parlato e ha messo in guardia sulla gravità della situazione. Poi le foto delle centinaia di ruspe che edificano in pochi giorni un ospedale a Wuhan non potevano essere censurate. E così il regime ha dovuto ammettere. La situazione è molto grave, e peggiorerà, ha detto Xi. Tutti gli stranieri in questo momento stanno rientrando nei rispettivi Paesi. Casi di coronovirus continuano a essere segnalati dovunque, Italia compresa. L’Europa fa stranamente sentire la sua voce. “C’è una grave responsabilità del regime cinese per i ritardi nella denuncia dell’epidemia. Medici minacciati, ritardi e verità nascoste hanno provocato morti e diffusione della malattia nel mondo”. Lo scrive su Twitter, Antonio Tajani vicepresidente di Forza Italia e presidente della Commissione Affari Costituzionali del Parlamento Europeo.
Voli interrotti, chi viene dalla Cina è respinto
In Cina le misure più draconiane. La Apple ha annunciato la chiusura di tutti i suoi negozi in Cina ”a causa dei recenti problemi di salute pubblica e per prevenzione”. E’ quanto si legge sul sito cinese della compagnia. ”Siamo vicini alle persone al momento più colpite dal coronavirus e siamo con le persone che lavorano 24 ore su 24 per studiare il virus e i modi per contenerlo”, si legge nella nota diffusa dalla Apple. ”Per un eccesso di cautela e sulla base degli ultimi consigli dei principali esperti della sanità, stiamo chiudendo tutti i nostri uffici, negozi e centri di contatto con il pubblico nella Cina continentale fino al 9 febbraio”, ha aggiunto. Resterà in funzione in negozio online della Apple in Cina, precisa la nota. Affermando che l’azienza continuerà a monitorare la situazione, il comunicato afferma l’intenzione di riaprire i negozi ”il prima possibile”. Belle parole, ma la situazione è gravissima.