Coronavirus, l’Oms: «Il caso Italia è profondamente preoccupante»
«L’improvviso aumento di casi» di nuovo coronavirus «in Italia, Iran e Corea sono profondamente preoccupanti. C’è molta speculazione sul fatto che questo aumento possa indicare che l’epidemia diventi pandemia: capiamo perché ci chiedete questo. Ma per il momento non vediamo necessità di cambiare definizione». Il direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), Tedros Adhanom Ghebreyesus. «Come sapete – ha ricordato – l’Oms ha già dichiarato Covid-19 un’emergenza sanitaria di interesse internazionale. La decisione di usare il termine pandemia è basata su una valutazione in corso. Un’analisi che si basa sull’analisi della diffusione e della severità del virus e sull’impatto che ha su tutta la società. Per il momento non stiamo vedendo una diffusione». Ma il nuovo coronavirus «potrebbe comunque sicuramente avere un potenziale pandemico».
L’Oms, i dubbi sull’origine del contagio da coronavirus
«Anche se non è qualcosa di inaspettato osservare la trasmissione localizzata di Covid-19 come sta avvenendo in Italia e in altri paesi al di fuori della Cina, l’aumento dei casi negli ultimi due giorni è preoccupante. E ciò che è altrettanto preoccupante è che non tutti i casi segnalati sembrano avere chiari collegamenti epidemiologici, come una storia di viaggi in Cina o il contatto con un caso confermato». Lo dice in un’intervista all’Adnkronos Salute Hans Kluge, direttore per l’Europa dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms). «Covid-19 – ricorda – è un nuovo virus e noi dell’Oms lo prendiamo molto sul serio. Stiamo lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7 per coordinare la risposta globale e supportare ogni paese per essere pronto. In particolare l’Oms-Europa sta lavorando fianco a fianco con tutti i Paesi europei per assicurarsi che siano pronti a trovare e testare casi sospetti. Gestirli clinicamente minimizzando la diffusione di virus nelle strutture sanitarie e comunicare con il pubblico riconoscendone le preoccupazioni».
L’Oms incontra gli esperti italiani
«In stretto coordinamento con il ministero della Salute italiano e la Commissione europea, abbiamo deciso che un team di esperti dell’Oms e dell’Ecdc». Il Centro europeo per il controllo delle malattie, «si unirà agli esperti italiani da domani. Per lavorare insieme per comprendere come si sono sviluppati gli eventi, identificare e rintracciare i contatti». Gli esperti dell’Oms forniranno supporto nelle aree di gestione clinica, prevenzione e controllo delle infezioni e comunicazione dei rischi. Kluge spiega: «Sono in costante contatto con le autorità italiane. La loro azione rapida nel trovare, investigare e isolare i casi è lodevole. Ciò su cui dobbiamo lavorare ora è limitare la trasmissione da uomo a uomo attraverso misure di contenimento. Questi includono l’igiene delle mani e delle vie respiratorie, l’allontanamento sociale e la prevenzione e il controllo della diffusione del virus nelle strutture sanitarie. Questo è il lavoro che faremo con le autorità sanitarie».
Coronavirus, tutti devono fare la loro parte
Kluge sottolinea poi: «Per quanto riguarda i cittadini italiani, è fondamentale che tutte le persone che vivono nella Regione Europea seguano una regola principale. Proteggere loro stessi e gli altri dall’ammalarsi seguendo le linee guida delle autorità sanitarie pubbliche e dall’Oms». Kluge consiglia di «accedere a canali di informazione affidabili perché ora è ancora più importante assicurarsi di fare la cosa giusta e di combattere la crescente “infodemia”. La lotta contro il Covid-19 è una responsabilità congiunta dell’Oms, dei governi, della comunità internazionale e delle persone. Tutti devono fare la propria parte. Al Paese chiedo di mantenere la sua leadership e la determinazione a contenere il virus. Alla comunità internazionale di scambiare ulteriori conoscenze e competenze e finanziare gli sforzi necessari; alla gente di non stigmatizzare e di non lasciare indietro nessuno». «Questo è il momento della solidarietà globale e possiamo superare la minaccia solo agendo come una cosa sola».