Coronavirus, mamma contagiata partorisce all’ospedale di Piacenza: il neonato non si è ammalato
La notizia è buona e si tira un sospiro di sollievo. Una donna in gravidanza positiva al coronavirus, ricoverata all’ospedale di Piacenza, ha partorito un neonato. E il piccolo è risultato negativo al virus. Lo riferisce l’assessore alle Politiche della Salute della Regione Emilia-Romagna, Sergio Venturi. «La donna arriva dalla Lombardia e il bambino sarà seguito nell’ospedale di Piacenza».
Il neonato va protetto
«Ce l’aspettavamo. In tutti i reparti di ostetricia italiani siamo attrezzati per far fronte alla nascita di un neonato la cui mamma è positiva al Covid-19». A spiegarlo all’Adnkronos Salute è Fabio Mosca. E’ il presidente della Società italiana di neonatologia (Sin). Illustra tutte le misure da adottare per proteggere il bebè, spiegando che comunque «la trasmissione verticale del coronavirus sembra non avvenire. Insomma il bimbo non si ammala in utero».
Cruciale il momento del parto
Il momento del parto infatti è cruciale. «Il personale – racconta Mosca – viene protetto con tutte le misure ad hoc, Indossa mascherine filtranti, camici impermeabili, guanti, lavaggi delle mani. Serve prudenza. Ma non dobbiamo fare troppi drammi. Occorre attenzione. Non serve un cesareo: la positività della mamma al nuovo coronavirus di per sé non è un’indicazione per la scelta della tipologia del parto».
Il rischio del contagio per il neonato
Dopodiché però il rischio di contagio c’è anche dopo la nascita. «L’esperienza in Cina ci dice che il neonato sembra essere molto preservato. La mamma però deve mettere in atto msure di prevenzione». Misure che vanno dal lavaggio delle mani alle mascherine. Non bisogna dare baci e occorre fare attenzione ai contatti stretti. Dunque: «No alla psicosi, ma sì a precauzioni serie e attente».
Il momento dell’allattamento
Infine, per l’allattamento del neonato – spiega – «occorre valutare caso per caso. Se la mamma è in buone condizioni di salute può anche allattare, altrimenti è meglio evitare», conclude Mosca.