Coronavirus, Mattarella “bacchetta” il governo e difende i medici dall’attacco di Conte
Certo, bisogna leggere tra le righe. Come del resto avviene per la maggior parte dei suoi messaggi in occasioni simili. Ma sembra proprio che nel suo intervento in occasione del trentesimo anniversario di Telethon, celebrato al Quirinale, Sergio Mattarella, abbia voluto mandare un paio di stoccate al governo per come ha gestito l’emergenza coronavirus. Una interpretazione confortata anche dalle indiscrezioni dell’altro giorno sull’irritazione del Colle nei confronti, in particolare, del premier Giuseppe Conte, a partire dal modo in cui ha gestito la comunicazione sulla crisi.
“La conoscenza aiuta la responsabilità”
“La conoscenza aiuta la responsabilità. E costituisce un forte antidoto a paure irrazionali e immotivate che inducono a comportamenti senza ragione e senza beneficio. Come avviene talvolta anche in questi giorni”, ha detto Mattarella. Dunque, il capo dello Stato sembra aver voluto sottolineare il tema di una corretta informazione, grande – forse prima – criticità delle azioni del governo. Da giorni e giorni, infatti, sia voci della politica, come quella di Giorgia Meloni, sia voci dei settori produttivi, sottolineano come la comunicazione del governo abbia contribuito sensibilmente a generare quelle psicosi che ora rischiano di presentare un conto salatissimo al Paese.
Mattarella: “Sentiamo il dovere di ringraziare i medici”
Ma Mattarella ha fatto anche un altro passaggio che suona come un messaggio a nuora perché suocera intenda: quello sul ruolo del personale sanitario. Il presidente della Repubblica lo ha ringraziato, mettendolo al primo posto fra i soggetti “in prima linea” per fronteggiare “con fatica” l’emergenza. “In questo giorno dedicato alle malattie rare – ha detto Mattarella – dobbiamo sentire il dovere di ringraziare chi sta operando con fatica, con sacrificio, con abnegazione per contrastare il pericolo del coronavirus: i medici, gli infermieri, il personale della Protezione civile, i ricercatori, le donne e gli uomini delle Forze Armate e di quelle di polizia. Tutti coloro che in qualche modo – ha concluso – si trovano in prima linea”. Parole che, di fatto, costituiscono un contraltare alle critiche mosse da Conte ai medici e al personale dell’ospedale di Codogno, accusati sostanzialmente di aver favorito il contagio.
La tentazione dell’inciucio
Infine, un altro passaggio “sospetto”, che avrebbe un sapore più squisitamente politico. “L’unità di intenti e i principi di solidarietà, sono un grande patrimonio per la società, particolarmente in momenti delicati per la collettività. Costituiscono inoltre un dovere. Quando si perdono, ci si indebolisce tutti”, ha detto Mattarella. Ma qui più che una critica diretta a questo o a quell’esponente politico si potrebbe ravvisare la conferma dei piani del Colle per togliersi di mezzo l’inadeguato Conte, sostituendolo però non con un premier eletto, come sarebbe auspicabile, ma con un gioco di Palazzo.
Un fulgido esempio di ipocrisia