Fragalà, il ricordo, commosso, dei parlamentari: da Fdi al Pd, da Italia Viva a Lega, da M5S a Fi (video)
«Il 26 febbraio di dieci anni fa, dopo tre giorni di sofferenza, scomparve Enzo Fragalà. Ciao Enzo, noi oggi siamo qui anche in tuo nome. E per le tue battaglie». Così Federico Mollicone, parlamentare di Fratelli d’Italia ed ex-collaboratore di Enzo Fragalà, ha ricordato il deputato di Alleanza Nazionale assassinato nel febbraio 2010 da Cosa Nostra.
Un gesto, quello del ricordo in aula, che ha unito, ieri, a dieci anni dall’omicidio di Enzo Fragalà, tutti i gruppi parlamentari. Uno dopo l’altro, i colleghi di Enzo Fragalà si sono alzati in piedi. Ed hanno portato la propria testimonianza. Ricordando lo stile di Enzo. Il coraggio di quest’uomo mite, dolce e sempre sorridente.
La sua ansia di verità. Che lo ha spinto a combattere, spesso in minoranza, per battaglie di principio. Senza chiedersi che prezzo avrebbe pagato.
La grande umanità di Fragalà, un galantuomo siciliano
La sua cortesia da galantuomo siciliano. La sua cultura smisurata che non faceva mai pesare. E, poi, la sua competenza in vicende complesse e delicatissime. Come quelle relative al terrorismo e alle stragi.
Il suo senso della solidarietà. La sua umanità che, unita ad una grandissima intelligenza, gli consentiva di dialogare con chiunque, di trovare, comunque, un modo per parlarsi. Aldilà di tutto, aldilà delle appartenenze politiche e ideologiche.
«Una straordinaria persona perbene», come lo ha definito l’esponente di Italia Viva, Roberto Giachetti.
«Enzo fu penalista di fama, assistente di Storia contemporanea dell’Università degli Studi di Palermo, parlamentare di Alleanza Nazionale per tre legislature», ha ricordato Mollicone in aula.
«Cresciuto politicamente nel Movimento Sociale», ci ha tenuto a precisare il deputato di FdI. Ricordando come «alcuni colleghi condivisero con me e con lui un percorso di vita professionale e politica».
Deputato infaticabile, impegnato in una miriade di attività
Enzo Fragalà, ha aggiunto Mollicone, era un «infaticabile deputato. E militante dei nostri colori. Fui onorato di lavorare con lui. Era un uomo impegnato in miriadi di attività». Un uomo «di grande coraggio, stile e cultura».
L’esponente di FdI ne ha tratteggiato l’aspetto umano. E anche quel suo «intercalare, che forse in pochi ricorderanno. Quando, con la sua cortesia da gentiluomo siciliano, si rivolgeva a qualche amico, a qualche collega, a qualche avventore con “mii, complimenti”.
Enzo Fragalà aveva una vita intensa. «Come avvocato seguiva moltissimi processi di mafia – ha detto Mollicone – La sua lotta fu un doppio binario. Il primo verso la Cupola e contro la Cupola mafiosa. Il secondo verso chi, con la scusa dell’antimafia da vetrina, ci costruì una carriera. Proprio in un contesto di mafia ha perso la vita».
«Ci auguriamo finalmente, dopo dieci anni, un’adamantina soluzione del processo, così da dare giustizia all’uomo, al politico e ai suoi cari – ha concluso Mollicone – Grande esperto di terrorismo, fu componente delle più importanti e prestigiose Commissioni parlamentari d’inchiesta. La Commissione Stragi, la Commissione parlamentare d’inchiesta concernente il dossier Mitrokhin. Cioè il cosiddetto Dossier Impedian.
Esperto di terrorismo, membro delle Commissioni d’inchiesta
«Condividiamo quindi con Marzia Fragalà e la sua famiglia quest’ansia di verità. Che possa ristabilire l’onore. Quella verità che, per tutta la vita, Enzo Fragalà ha sempre cercato. Ciao Enzo, noi siamo qui anche in tuo nome e per le tue battaglie».
Al ricordo di Mollicone si sono uniti, con interventi appassionati, parlamentari di tutte le altre forze politiche.
Roberto Giachetti, di Italia Viva, conobbe Fragalà quando per lui era la prima legislatura e, per Enzo, l’ultima. Si incrociarono in Parlamento. E avevano, certamente, una cosa in comune che li univa nonostante le appartenenze politiche diverse. Una visione garantista in un contesto per buona parte manettaro.
Di qui il ricordo di «una straordinaria persona perbene. Di una persona che consente di utilizzare delle espressioni che sono ormai desuete. Cioè non solo un gentiluomo, come ha ricordato Mollicone. Ma, anche, un galantuomo».
«Una persona di grande sensibilità e di grande disponibilità – ha aggiunto Giachetti – Una persona con delle grandi qualità dal punto di vista dell’interpretazione garantista del nostro diritto e della vita democratica».
Giachetti (IV): persona di grande nobiltà d’animo
«Il processo, a distanza di dieci anni, sembra che si stia per arrivare a una prima sentenza – ha ricordato ancora Giachetti – E, dagli atti del processo, emerge una cosa tra le altre». Il fatto che Fragalà ha cercato di «di indirizzare i suoi clienti verso un’apertura nei confronti della magistratura. Cioè di collaborare con la magistratura. Questo ne nobilita anche la persona. Questo Parlamento ha consentito anche al Paese il servizio di tante persone perbene. Galantuomini, che non necessariamente fanno parte della casta».
Poi è stata la volta della leghista Barbara Saltamartini. «Ho avuto l’onore di conoscere Enzo Fragalà – ha esordito – Lui ci ha insegnato che si può morire per difendere i propri ideali. Per portare avanti le proprie battaglie. Nella convinzione che la lotta alla mafia si deve fare senza “se” e senza “ma”. E non si deve avere paura di combatterla nel profondo. Ogni giorno. Non solo nella professione che si svolge, quale quella che svolgeva Enzo. Ma proprio come persona. Come uomo. Come quel gentiluomo che Enzo Fragalà è stato. Quel gentiluomo che ha sempre anteposto prima il bene della Nazione. Prima il bene dell’Italia. E, poi e solo dopo, il bene del partito nel quale militava, in cui anche io ho avuto l’onore di stare».
Enzo Fragalà ci ha insegnato – ha continuato la Saltamartini – che la lotta alla mafia, la lotta alla criminalità organizzata non può terminare con un atto parlamentare, seppure importante, seppure autorevole. Ma deve proseguire in una battaglia culturale. Deve proseguire nelle battaglie che lui stesso e molti dei giovani che seguirono Enzo in quell’avventura hanno fatto e continuano a fare. Nelle strade delle città. Dove la mafia regna più che in altri posti. Dove quei giovani ancora oggi continuano a ricordare il sacrificio di uomini di Stato. Penso a Falcone e Borsellino. Ma, purtroppo, l’elenco è ancora più lungo».
Saltamartini (Lega): ci ha insegnato a fare politica con il sorriso
«Enzo ci ha insegnato che si può fare politica con la cortesia, con la gentilezza, con il sorriso. – ha concluso Barbara Saltamartini – Senza perdere di vista l’obiettivo da raggiungere. Ecco forse quest’Aula, anche con l’esempio di Enzo Fragalà, un po’ di quello stile di fare politica lo potrebbe recuperare, nel momento in cui lo ricorda proprio oggi, a dieci anni dalla sua morte».
Anche Stefania Prestigiacomo, parlamentare di Forza Italia, siciliana come Fragalà, ha voluto ricordare Enzo. Con il quale aveva «un’amicizia che non si dimentica», il «privilegio della sua consuetudine. Chi ha trascorso con lui tante ore di lavoro e di impegno politico non si potrà rassegnare mai per averlo perso».
«Enzo era una persona pulita, integra, intelligente, allegra – lo ha tratteggiato la parlamentare di Fi – Ce l’ho davanti agli occhi. Con il suo sorriso contagioso, con il quale riusciva ad addolcire ogni situazione. Anche la più ostica. Con quell’arguzia con la quale dipanava, anche grazie alla sua grande cultura giuridica, le questioni più complicate».
«Era un grande liberale di destra, Enzo. Un intellettuale brillante. Che arricchiva la politica e chi gli stava accanto. Era un uomo di diritto e delle istituzioni. Era un uomo che si batteva per la Giustizia. Memorabili le sue battaglie da parte civile nel processo dell’omicidio di Marta Russo. Memorabile il suo impegno nel processo sulla strage di Bologna».
Prestigiacomo (Fi): onore e verità le sue stelle polari
«Enzo Fragalà era una persona che, della verità e dell’onore, aveva fatto le sue stelle polari – ha concluso la Prestigiacomo – Un uomo che aveva il culto sacro dell’amicizia. Che stava sempre dalla parte della giustizia e delle istituzioni. Fino all’ultimo. Per questa sua coerenza e per questa sua integrità è stato ucciso brutalmente. Enzo ci manca. Oggi come il primo giorno. Siamo tutti più poveri d’affetto, di intelligenza e anche più soli».
Per l’ex-sindaco di Torino ed esponente storico del Pd, Piero Fassino, Enzo Fragalà era «un parlamentare scrupoloso», un «uomo aperto sempre al confronto», un «garantista vero». Un «uomo soprattutto sempre disponibile ad ascoltare le ragioni altrui. A capirne le ragioni. E a confrontarsi e a discutere».
«Stimato» e «stimolante, nella sua curiosità e nella sua capacità di sollecitare la ricerca comune di sintesi dei punti, che consentissero di approdare a delle soluzioni utili ai cittadini e al Paese».
Fassino ha ricordato Enzo accomunandolo a Mirko Tremaglia, entrambi «di profonde e assolute convinzioni» che rivendicavano «con orgoglio». Persone «appassionate e sincere» nelle «proprie determinazioni».
Fassino (Pd): garantista vero, disponibile a confrontarsi
Fragalà come Tremaglia, per Fassino, avevano una «visione e una concezione alta della politica».
Altrettanto commuovente l’intervento di Francesco D’Uva, parlamentare dei Cinque Stelle e membro della Commissione Antimafia. Che ha svelato come si è imbattuto nel nome di Enzo Fragalà. Che non ha conosciuto personalmente.
Cercava notizie su suo nonno, Nino D’Uva, penalista come Enzo Fragalà. Venne assassinato dalla mafia nel suo studio legale a Messina il 6 maggio 1986. Difendeva alcuni imputati di mafia nel maxiprocesso.
Sette anni dopo, nel 1993, un pentitò svelò il motivo di quell’omicidio: un segnale di intimidazione all’avvocatura messinese.
Anche in quel caso la mafia aveva cercato di depistare. Facendo immaginare uno sfondo passionale.
D’Uva (M5S): ucciso perché aveva la schiena dritta
«Cercando su Internet trovai “I quaderni dell’ora”, in cui c’erano diversi nomi – ha ricordato D’Uva in aula parlando di Enzo – scoprii che c’era un altro avvocato penalista. Una morte più recente. Un avvocato che era morto sempre per mano mafiosa». Era, appunto, Enzo Fragalà.
«Quello che apprezzo molto di Enzo Fragalà è che, evidentemente, aveva la schiena dritta». ha detto il parlamentare M5S.
«Perché – ha aggiunto – se un avvocato penalista che ha a che fare con imputati per associazione mafiosa, finisce per essere ucciso, e si scopre nel 2017, secondo le ipotesi, perché cercava di convincere i propri clienti a collaborare con la giustizia, è evidente che la lotta alla mafia è trasversale».
«Dico una cosa quasi scontata, però, in realtà, non lo è – ha concluso D’Uva, colpito dalla storia di Enzo Fragalà – Perché molto spesso si tende a demandare, a dire “va bene, la lotta alla mafia la fai tu. Io tifo per te, mi faccio lo striscione, mi faccio la manifestazione. Ma pensaci, tu te ne devi occupare”. Non è così. Ognuno di noi può farlo. Semplicemente tenendo la schiena dritta. Questo è stato Enzo Fragalà».
Infine Vittorio Sgarbi. Che con Enzo Fragalà condivideva identiche posizioni garantiste.
Sgarbi: era un uomo limpido e laicamente lucido
«Fragalà era un uomo laicamente lucido nel riconoscere i diritti di chiunque. E difendere cause difficili. Era più innocentista che colpevolista. Era un uomo limpido. Un garantista vero», lo ha omaggiato Sgarbi.
«C’era in lui la visione nobile e vera di chi non crede a chi pensa che l’onestà sia l’unica soluzione per affrontare la politica – ha continuato il critico d’arte approdato alla politica – Fragalà è stato un uomo talmente limpido, che il suo nome non può essere accostato, se non a quello, forse, di Marco Pannella. Cioè di persone pronte a combattere perché sia meglio libero un colpevole che un innocente in galera. È esattamente l’opposto di quello che questo Parlamento».
La figlia Marzia: colpita e commossa, in quelle parole riconosco papà
«Sono felice e commossa allo stesso tempo – ha commentato Marzia Fragalà, figlia di Enzo e, anche lei, avvocato penalista – per le parole bellissime, intense e di grande spessore pronunciate da tutte le forze politiche in Parlamento. Che hanno voluto ricordare così mio padre in una giornata molto intensa e complicata. In quelle parole ho ritrovato pienamente la figura di papà. E mi hanno colpito anche le parole pronunciate da chi, con lui, ha avuto magari scontri politici. Ma ha saputo cogliere l’umanità, la disponibilità al dialogo, la limpidezza e il senso della giustizia che animavano mio padre».
Sono stato amico di Enzo Fragala’. Condividevamo gli stessi ideali e gli stessi valori etici. Di lui ricordo il suo “antico” senso dell’amicizia, il sentimento d’umanità che lo contraddistingueva, la sensibilità che traspariva nei rapporti con gli altri. Sempre pronto all’ascolto e all’aiuto. Enzo ha fatto della sua vita una missione a difesa e a conforto dei più deboli e degli emarginati.
Ti ho voluto e ti voglio bene!