Il coronavirus contagia Piazza Affari. Crolla Milano che cede il 3,5%. L’allarme di Codacons
27 Feb 2020 18:04 - di Redazione
Il coronavirus continua a contagiare non solo Piazza Affari, ma in generale su tutte le Borse europee. Tutte in negativo. Dopo l’apertura in rosso di Wall Street, il peggior ribasso dopo quello provocato dalla Brexit, anche Londra e Parigi crollano del 4%. Seguite da Francoforte che lascia sul terreno il 3,5%.
A rassicurare gli investitori è intervenuto, neanche a dirlo, il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. «I livelli dello spread sono inferiori a due mesi fa. È sbagliato fare allarmismi. C’è stato un aumento all’inizio che ci ha fatto perdere il recupero dovuto al voto in Emilia Romagna», ha spiegato ai microfoni di Radio24. «I dati sulla finanza pubblica italiana sono migliori delle nostre previsioni», ha aggiunto, «esistono margini di intervento e poi ovviamente vedremo quanto margine darà l’Ue. Ma l’emergenza coronavirus non ci costringerà a mettere in discussione l’equilibrio della finanza pubblica. Quindi confermiamo i risultati di medio periodo della nostra finanza pubblica”. Dunque «no all’allarmismo ingiustificato», ha concluso Gualtieri con una discreta faccia di bronzo. In realtà la situazione economica è gravemente a rischio, a farne le spese sono soprattutto i piccoli e medi imprenditori alle prese con la paura collettiva che ha svuotato ristorante, negozi, alberghi.
Troppe speculazioni, l’allarme di Codacons
Dopo le speculazioni da Coronavirus e i prezzi di mascherine e gel igienizzanti denunciate dal Codacons e che hanno portato la magistratura ad avviare indagini in tutta Italia, si profilano manovre speculative anche sul fronte dei carburanti. È lo stesso Codacons ad denunciarle. Profilando la possibilità di denunciare i petrolieri alle Procure della Repubblica. «La crisi determinata dal coronavirus ha portato a un crollo delle quotazioni del petrolio, con il barile che anche oggi ha registrato sensibili cali. E ormai viaggia abbondantemente al di sotto dei 50 dollari – spiega il presidente Carlo Rienzi -– nonostante le quotazioni del greggio siano in picchiata, presso i distributori di carburanti i prezzi di benzina e gasolio rimangono anche oggi stabili. E non stanno risentendo minimamente dell’andamento del petrolio»’. «Siamo in presenza di un film già visto: crolla il petrolio, ma alla pompa i listini dei carburanti rimangono immotivatamente alti. Nonostante ci sia ampio margine di discesa. Per tale motivo se i listini di benzina e gasolio non saranno adeguati al più presto alle quotazioni del petrolio, sarà inevitabile una denuncia del Codacons contro i petrolieri per manovre speculative e aggiotaggio».
Coronavirus, crolla Milano che cede il 3,5%
Milano non fa eccezione e nel pomeriggio arriva a perdere il 3,5%, scendendo ai minimi da ottobre 2019. L’effetto coronavirus continua a farsi sentire anche sui titoli di Stato. Lo spread tra il nostro Btp e il decennale tedesco è salito a +163 punti base con un rendimento dell’1,08. Mercoledì aveva chiuso a +149 con un rendimento dell’1%.
A rassicurare gli investitori è intervenuto, neanche a dirlo, il ministro dell’economia Roberto Gualtieri. «I livelli dello spread sono inferiori a due mesi fa. È sbagliato fare allarmismi. C’è stato un aumento all’inizio che ci ha fatto perdere il recupero dovuto al voto in Emilia Romagna», ha spiegato ai microfoni di Radio24. «I dati sulla finanza pubblica italiana sono migliori delle nostre previsioni», ha aggiunto, «esistono margini di intervento e poi ovviamente vedremo quanto margine darà l’Ue. Ma l’emergenza coronavirus non ci costringerà a mettere in discussione l’equilibrio della finanza pubblica. Quindi confermiamo i risultati di medio periodo della nostra finanza pubblica”. Dunque «no all’allarmismo ingiustificato», ha concluso Gualtieri con una discreta faccia di bronzo. In realtà la situazione economica è gravemente a rischio, a farne le spese sono soprattutto i piccoli e medi imprenditori alle prese con la paura collettiva che ha svuotato ristorante, negozi, alberghi.
Troppe speculazioni, l’allarme di Codacons