Il procuratore militare capo De Paolis al Secolo: “Le marocchinate? Furono crimini di guerra”
Marocchinate. E’ con questo neologismo che si definiscono in Italia le atrocità consumate dai maghrebini del Corpo di spedizione francese in Italia (Corps expéditionnaire français en Italie – CEF ) nella Primavera del 1944 in varie zone della Penisola, ma soprattutto in Ciociaria. Si chiamano anche goumiers, ma il termine in realtà indicherebbe solo i soldati marocchini, mentre le atrocità su migliaia di civili riguardarono anche soldati africani di altre nazionalità, sempre provenienti dalle colonie francesi. Civili italiani stuprati, uomini, donne e bambini, torturati e anche uccisi. Spesso le famiglie venivano derubate. Vae victis? Non proprio, si trattò piuttosto di “diritto di saccheggio” (e non solo) per le truppe alleate d’invasione.
Marocchinate, le responsabilità del generale Juin
Comandava queste truppe il generale Alphonse Juin, poi successivamente Maresciallo di Francia, che quel maggio 1944 consentì alle sue truppe ogni tipo di abuso. Le cifre sono impressionanti: migliaia di donne, uomini e bambini violentati, molti uccisi. Esiste una corposa pubblicistica su quelle efferatezze. Ma la cosa che stupisce è che il generale Juin non andò mai alla sbarra per questi crimini di guerra. Dopo le proteste, tra gli altri anche del Papa, la magistratura francese aprì 160 provvedimenti. I francesi ritirarono i goumiers e poi li reimpiegò contro i tedeschi in Germania, nel 1945. Dove avvennero altri stupri e devastazioni documentati. Non si è a conoscenza di alcuna condanna per questi reati.
Il generale Juin morì invece da eroe, è sepolto all’Hotel des Invalides e una statua lo ricorda a Parigi, proprio – ironia della sorte – in place d’Italie. A Roma c’è un cosiddetto cimitero dei francesi dove sono sepolti alcuni maghrebini, e in Ciociaria c’è un piccolo monumento che ricorda il Corpo di spedizione francese in Italia. La popolazione locale, si presume ha più volte distrutto questo monumento. Ma è sempre là.
Come è noto, dopo la guerra ci furono processi per crimini di guerra, ma mai nei confronti degli Alleati. A Motta Sant’Anastasia, in Sicilia, riposa ancora oggi Luz Long, il tedesco famoso per essere stato amico di Jesse Owens alle Olimpiadi del 1936, Long, insieme con altri commilitoni, fu falciato dalla mitragliatrice di un sergente americano dopo che si era arreso. Il sergente fu posto sotto processo ma poi di lui si persero le tracce. Sembra che abbia combattuto su altri fronti e poi sia morto in tarda età.
De Paolis: anch’io indagai sulle marocchinate
Ma c’è invece, in Italia, chi i criminali di guerra continua a processarli. E’ il procuratore generale della Corte d’Appello militare Marco De Paolis, che in diversi anni ha fatto condannare all’ergastolo decine di nazisti responsabili di eccidi ingiustificati in molte parti d’Italia, ma non solo. Gli abbiamo chiesto come mai la magistratura militare non si è mai interessata dei crimini di guerra degli Alleati.
Dottor De Paolis, come mai la magistratura militare italiana non si è mai occupata delle cosiddette marocchinate?
Questo non è del tutto esatto.“Difficile rispondere per me che sono “giovane” rispetto a quei fatti; occorrerebbe porre la domanda a chi c’era prima di me, nel dopoguerra. Tuttavia qualcosa è stato fatto da me recentemente, nel mio precedente incarico di procuratore militare di Roma. A seguito di un esposto di un’associazione di vittime delle marocchinate (Associazione nazionale vittime delle marocchinate, ndr), aprii un fascicolo; ma poi non fu possibile trovare i riscontri necessari e così non potemmo procedere, malgrado i nostri sforzi.”
Ma Lei definirebbe quanto successo nel maggio 1944 in Ciociaria e altrove crimine di guerra?
Assolutamente sì. Quanto accaduto è ingiustificabile e inoltre ricordo che si tratta di reati imperscrittibili. In presenza di altre segnalazioni siamo pronti a procedere.
Quindi si tratta di crimini di guerra analoghi a quelli dei nazisti?
Chiarisco meglio. Premettendo che si tratta di crimini di guerra gravissimi e imprescrittibili sui quali è doveroso procedere – per obbligo di legge e per obbligo morale – occorre fare attenzione a trattarli per quello che sono e a non confonderli (magari secondo una strumentalizzazione ideologica che tende a svalorizzare la pericolosità del nazismo e del fascismo e a negare o ridimensionare l’olocausto) con i crimini nazisti. Tutti i crimini vanno perseguiti e i responsabili condannati: però vanno inseriti nel contesto storico e vanno valutati nella loro potenzialità negativa. È ovvio che uno stupro seguìto da un omicidio è grave; ma non ha la stessa pericolosità e la stessa valenza negativa di un omicidio inquadrato, ad esempio, in una attività terroristica o della criminalità organizzata. I responsabili hanno evidentemente una pericolosità per la società ben diversa. Tanto è vero che anche il regime penitenziario per essi è diverso.
Che esito hanno avuto le condanne contro i nazisti?
Va detto che abbiamo potuto accertare i fatti precisamente perché i tedeschi documentavano tutto, mentre per i marocchini la cosa non è così facile. E poi i responsabili nazisti, quelli sopravvissuti, sono in Germania mentre i goumiers chissà dove sono. Per rispondere alla sua domanda, la Germania,sia quella Federale prima sia quella riunificata poi, non ha mai dato seguito alle nostre condanne. Inoltre sono stati bloccati anche i risarcimenti alle vittime.
Cioè i mandati di arresto europei dei tribunali militari non hanno avuto seguito?
Proprio così. Né Austria né Germania hanno eseguito gli oltre 50 ergastoli richiesti.
De Paolis non perde l’occasione di sottolineare che la magistratura militare procede celermente. Ma i suoi sforzi sono vanificati dalla resistenza della Germania che non dà seguito ai provvedimenti.
Ma in presenza di denunce e prove certe, sareste disposti a procedere anche contro il crimini degli alleati?
Ripeto, ovviamente sì. Quelli commessi dai goumiers sono autentici crimini di guerra. Ma in realtà, per tutti questi crimini, si sarebbe dovuto agire qualche decennio fa. Ora comincia a essere troppo tardi.
Pertini: “La guerra travolge tutto”
De Paolis ha ragione. Su molti crimini di guerra, come le foibe o le marocchinate, diciamo noi, è calata nel dopoguerra una spessa coltre di silenzio, si è preferito dimenticare o nascondere quello che accadde. Perché si sa, chi vince ha sempre ragione e chi perde sempre torto. Ci sia consentito concludere questa intervista citando le parole di Sandro Pertini, già presidente della Repubblica ma prima attivo capo partigiano. Lui disse, a chi gli contestava i crimini dei partigiani, che era accaduto, ma che “la guerra travolge tutto”.
E’ vero, in guerra succedono delle cose inqualificabili da ogni punto di vista ma è la guerra. Però, se la guerra travolge tutto, ciò dovrebbe valere erga omnes. Perché i nazifascisti hanno subito processi e i partigiani e gli alleati no, per i crimini commessi? Ma questo non riguarda il dottor De Paolis, e la sua chiosa è fondamentale: si sarebbe dovuto pensarci prima.
PERTINI….anche nella tomba le sue mani grondano di sangue.